In questa espressione troviamo cosa significhi la vita cristianamente vissuta. Il rapporto dell'uomo è in riferimento a Dio; ma è un rapporto di manico che produce cambiamenti. Questa espressione è contenuta nel brano evangelico, anche se è espressamente riferita ai beni materiali. Anche in quest'ambito possiamo leggervi alcune utili indicazioni. Non possiamo, però leggervi una critica aprioristica nel loro possesso e del loro uso. Tanto meno, leggiamo in questa parabola una critica ad ogni attività dell'uomo, comunque vista come un inutile affannarsi su questa terra. Gesù non si oppone ai tesori ma contrappone il loro accumulo per sé stessi all'arricchirsi davanti a Dio. In questa doppia prospettiva leggiamo la necessaria apertura verso i bisogni degli altri nell'adempiere sulla terra l'amore che ci ha insegnato Cristo. I beni materiali non hanno valore per se stessi ma sono rapportati all'uso che ne facciamo. In questa prospettiva biblica il nostro rapporto con i beni materiali ci deve sempre ricondurre al rapporto con Dio. Le relazioni che intercorrono sulla terra acquistano, quindi una valenza religiosa. Tutto questo è vero per i beni materiali ai quali la parabola si riferisce. L'uomo è però fornito di altri tesori: intellettuali e spirituali che pure possono essere usati solo per «arricchirsi» personalmente e quindi per la soddisfazione solo della il proprio orgoglio personale. L'uomo, inteso come corpo, spirito ed anima, può avere beni materiali e spirituali; in ogni caso tutto deve essere ricondotto a Dio. L'ammonimento di Gesù è sempre lo stesso: "E quello che hai preparato di chi sarà?"
Un anziano disse: «Credete forse che Satana voglia introdurre in voi tutti i pensieri? No, è per mezzo di un pensiero solo che vince l'anima e spera condurla a perdizione. Egli abbandona in essa quell'unico pensiero, non occorre altro. Attenti dunque a non mostrar compiacenza verso un solo cattivo pensiero».
CHE NESSUNO PARLI DOPO COMPIETA Quando tutti saranno riuniti insieme, si dica Compieta; e, usciti da Compieta, a nessuno sia più lecito proferire alcuna parola. Chiunque sarà colto a violare questa norma del silenzio, sia sottoposto a grave punizione; tranne il caso che sopravvenga la necessità di accogliere ospiti o che l'abate abbia comandato qualcosa ad alcuno; ma anche allora si faccia tutto con la massima gravità e la più delicata moderazione.