Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
30 Marzo - 05 Aprile 2008
Tempo di Pasqua II, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Mercoledì 02 aprile 2008

Dio ha così amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

Leggiamo oggi dal Vangelo di Giovanni ancora una parte dell'incontro di Gesù con Nicodemo. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna". Il progetto di Dio è uno solo: amarci per salvarci, attraverso il sacrificio della croce del suo Figlio Unigenito. Con totale gratuità Dio ha mostrato al mondo sino a che punto lo ami. L'apostolo Paolo, consapevole di ciò, esclama: "siamo stati comprati a caro prezzo". Ora l'affermazione, che tutto ciò avviene affinché "chiunque crede in lui abbia la vita eterna", suggerisce all'evangelista alcune considerazioni circa il ruolo di Cristo. Egli ci rivela l'amore del Padre per il mondo, quindi è venuto per salvare e non per condannare. Cristo è il riflesso della luce del Padre, come diciamo nella nostra professione di fede: "Luce da luce". Tutti questi titoli dati a Gesù manifestano l'amore di Dio per l'umanità. Tale amore è detto in greco agàpe, e indica quell'amore col quale si vuole bene a una persona per se stessa, non per l'interesse che se ne può trarre. Nell'atto di fede in Gesù, il Figlio, si realizza in noi il giudizio ultimo: chi crede sinceramente a ciò che Gesù dice, ha già accesso alla vita divina, che il Padre ci comunica mediante il Figlio. Chi non crede invece, va verso la condanna eterna. Di fronte alla rivelazione del Figlio, ciascuna persona è posta nella libertà di scegliere la sua definitiva destinazione. Alle opere malvagie di chi ha preferito le tenebre alla luce, si contrappongono le opere di chi si è lasciato illuminare dalla luce. Costoro "operano la verità" cioè agiscono secondo la rivelazione accolta, e così si manifesta anche esteriormente che in essi opera Dio medesimo. Grande luce gettano queste parole sul mistero della salvezza. Tale mistero si compie nel segreto rapporto tra Dio e l'uomo.


Anniversario del Ritorno alla Casa del Padre di Giovanni Paolo II.

La nostra comunità monastica di S. Vincenzo Martire ha raccolto l'invito del mondo che sollecita a tener viva la memoria del grande e amato pontefice. Egli ci ha lasciato una preziosissima eredità spirituale e culturale in un momento storico dove proprio quei valori essenziali sono maggiormente in crisi. La spiritualità di Giovanni Paolo II ha la caratteristica di saper cogliere, con felicissime intuizioni, l'uomo e le situazioni in modo attuale e convincente. Sappiamo per esperienza che i valori più alti però sono quelli che più difficilmente si assimilano. Occorre perciò una forte coalizione che sia in grado di trasfondere ed attualizzare la dottrina del nostro grande Papa. Un veicolo privilegiato, che tiene viva la memoria e consente di scrutarne la spiritualità è sicuramente l'arte in tutte le sue migliori espressioni. Ecco il tema dell'Omaggio che volgiamo rendergli in occasione della ricorrenza del suo passaggio verso l'eternità, il prossimo due aprile: una solenne celebrazione eucaristica, una mostra di arte ed alcune testimonianze dal mondo cattolico, ebraico e mussulmano. È un modo di riaffermare l'universalità del messaggio cristiano e, nella circostanza, lo straordinario impulso che Giovanni Paolo gli ha impresso durante il suo lungo pontificato. Il tutto fa parte del nostro grande progetto che abbiamo sintetizzato in tre linee: spiritualità, cultura, culto. Siete invitati a partecipare almeno spiritualmente alla manifestazione.

Nel nostro Monastero: sede dell'OPERA GIOVANNI PAOLO II ONLUS
- ore 17.00 Santa Messa presieduta da S.Ecc. Rev.ma Romano Rossi, Vescovo di Civitacastellana.
Seguono testimonianze: Cattolica - Ebraica - Musulmana e l'Apertura della Mostra Giovanni Paolo II.
Per le informazioni: info@jp2f.org o 0761/634007

* INVITO
* PROGRAMMA

Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abate Agatone dava sovente questo consiglio al suo discepolo: Non appropriarti mai di un oggetto che non vorresti cedere immediatamente a chiunque.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

GLI ATTREZZI E GLI ALTRI OGGETTI DEL MONASTERO

Per tutto quanto il monastero possiede in attrezzi o vestiario o altri oggetti di vario genere, l'abate scelga dei fratelli su cui possa fare affidamento per la loro vita e i loro costumi e a suo giudizio consegni a ciascuno le singole cose perché le tengano in ordine e le raccolgano. E di tutto l'abate tenga un inventario, perché quando i fratelli si avvicendano nell'incarico, sappia quello che dà e quello che riceve. Se poi uno tratta con poca pulizia o con negligenza gli oggetti del monastero, sia ripreso; e, se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare.

Cap.32,1-5.