Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
17 - 23 Novembre 2024
Tempo Ordinario XXXIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 1

Tempo di Avvento...

Tempo di Gioiosa attesa alla venuta del Signore.


Che cosa celebra realmente la comunità
durante l'Avvento?

Il periodo d'Avvento, conosciuto soltanto in Occidente e ricalcato sul modello del periodo di preparazione alla Pasqua, ha due origini che si lasciano ancora oggi chiaramente riconoscere nei testi della messa: una romana ed una gallicana. A partire dal sec. V a Roma viene dato rilievo all'incarnazione di Dio con una preparazione al Natale della durata da una fino a tre settimane. Questo significa contemporaneamente una caratterizzazione mariana, l'accentuazione del significato della Madre del Signore nell'ambito della storia salvifica di Dio con il suo popolo (vedi l'8 dicembre, la concezione immacolata Maria). In Gallia la liturgia, a partire dal sec. VI, si sviluppa sotto l'influsso del monachesimo gallo-irlandese in maniera leggermente diversa rispetto a Roma. La preparazione, lunga sei settimane, inizia la domenica di s. Martino (11 novembre) con una caratterizzazione escatologica e con l'accento posto sul giudizio universale e, quindi, sulla fine dei tempi. Nel Medioevo i due aspetti si compenetrano. Soltanto nel 1570, a questo riguardo, la tradizione romana delle quattro domeniche d'Avvento s'impone in tutto l'Occidente. Così la Chiesa celebra oggi una duplice venuta del Signore: la sua venuta tra gli uomini e la sua venuta alla fine dei tempi.


Secondo il nuovo ordinamento si possono distinguere nell'Avvento, senza forzature, due periodi, i quali hanno entrambi il loro proprio significato, ben espresso nel Messale italiano dalla duplice serie dei prefazi 1 e I/A, Il e II/A. I prefazi I e I/A sono da usarsi dalla prima domenica d'Avvento fino al 16 dicembre e mettono in rilievo il carattere escatologico di questo tempo: «Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell'attesa» (Prefazio I). Altri temi sono il compimento delle promesse realizzato da Cristo al suo primo avvento (Prefazio I), il tema del giudizio finale che non si sa quando verrà e il manifestarsi della piena signoria di Cristo come «giudice e signore della storia» (Prefazio I/A), il tema della nuova creazione e della testimonianza cristiana nel tempo come attestazione della «beata speranza del suo regno» (Prefazio I/A).


La seconda serie di prefazi sottolinea invece l'immediata preparazione al Natale e sollecita a prendere come modelli i profeti, la vergine Madre che «l'attese e lo portò in grembo con ineffabile amore». Giovanni Battista che «lo indicò presente nel mondo» (Prefazio II). Il Messale italiano inoltre vuole sottolineare una particolare presenza della Vergine nella liturgia dei giorni immediatamente precedenti il Natale (dal 17 al 24 dicembre) dedicando a Maria, nuova Eva, un intero prefazio, il prefazio II/A, che dà così una coloritura mariana alla novena di Natale.

D'altra parte la quarta domenica d'Avvento, con le sue letture, ha pienamente il carattere d'una domenica dedicata ai padri veterotestamentari ed alla Madre di Dio, i quali hanno atteso la nascita del Signore.


Contrariamente a prima, l'Avvento non vale più come un periodo puramente penitenziale, quanto piuttosto come un periodo di gioiosa attesa. Se nelle domeniche non viene intonato il Gloria, ciò succede per una ragione differente rispetto al periodo penitenziale pasquale: il canto degli angeli sopra l'accampamento dei pastori «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14) deve risuonare a Natale ancora una volta come un nuovo messaggio.


Le messe 'Rorate', un tempo generalmente molto frequentate, originariamente messe votive in onore della madre di Dio nei sabati del tempo d'Avvento, possono essere celebrate anche oggi fino al 16 dicembre. Per i giorni successivi c'è ancora una particolarità: le antifone 'O' dal libro delle Ore, le quali sono intonate come versi alleluiatici prima del vangelo. Esse rappresentano una particolare ricchezza della liturgia. In questi testi vengono collegate, di volta in volta, un'invocazione glorificativa del Messia atteso ed una preghiera di supplica per la sua venuta salvifica. Questa poesia produce per mezzo della composizione di parole della Scrittura sempre nuove figure, impregnate dello spirito della parola di Dio, le quali bene esprimono il senso dell'Avvento, come: «O germoglio della radice di lesse che t'innalzi come segno per i popoli, vieni a liberarci, non tardare».


Per l'Avvento, come per l'intero anno liturgico, vale tuttavia il fatto che la comunità celebra la sua redenzione, anche se da punti di vista di volta in volta differenti.