Venceslao, fu duca di Boemia e alla sua attività di capo politico, unì la preoccupazione di cristianizzare il suo paese con l'aiuto della chiesa di Germania. Avversato dal fratello Boleslao e dalla madre Draomira, rimasti pagani, fu attirato in un tranello e assassinato il 28 settembre del 935 mentre si recava in chiesa. E' patrono della Boemia, della Repubblica Ceca e della Slovacchia.
San Venceslao, martire: duca di Boemia, fu educato alla sapienza umana e divina dalla zia paterna Ludmilla e, pur severo con sé stesso, fu però uomo di pace nell'amministrare il regno e misericordioso verso i poveri e riscattò in massa gli schiavi pagani in vendita a Praga, perché fossero battezzati; dopo aver affrontato molte difficoltà nel governare i suoi sudditi e nell'educarli alla fede, tradito da suo fratello Boleslao, fu ucciso in chiesa a Stará Boleslav in Boemia da alcuni sicari.
Dalla prima «Narrazione» paleoslava
Il trono del re che giudica i poveri nella verità resterà saldo in eterno
Alla morte di Vratislao, i Boemi gli diedero per successore il figlio Venceslao. Per grazia di Dio questi era esemplare nella pratica della fede. Beneficava i poveri, vestiva gli ignudi, dava da mangiare agli affamati, accoglieva i pellegrini, proprio come vuole il Vangelo. Non tollerava che si facesse ingiustizia alle vedove, amava tutti gli uomini, poveri o ricchi che fossero, soccorreva i ministri di Dio e abbellì anche molte chiese. Ciononostante divenne segno di contraddizione e di odio in quella cerchia di Boemi che era accecata dall'ambizione. Costoro sobillarono il fratello minore Boleslao dicendogli: «Tuo fratello Venceslao trama con la madre e i suoi uomini per ucciderti». Avvenne che una domenica, festa dei santi Cosma e Damiano, Venceslao si portasse nella città di Altbunzlau. Aveva infatti l'abitudine di recarsi nelle varie città quando vi si tenevano celebrazioni particolari. Anzi non vi mancava mai quando si festeggiava la dedicazione delle chiese.
Quella volta, dunque, dopo aver partecipato la sacrificio eucaristico, voleva tornarsene a Praga, ma Boleslao lo trattenne, con scellerata intenzione, dicendo: «Perché te ne vuoi partire così presto, fratello?». Il giorno dopo, all'alba, suonarono le campane per l'ufficio del mattino. Venceslao, all'udirle esclamò: «Lode a te, Signore, perché mi hai dato di vivere fino a questo giorno». Boleslao, già appostato sulla porta, lo raggiunse. Venceslao lo vide e gli disse: «Fratello, fino a ieri ti sei mostrato con me come un umile servitore!». Ma l'altro, sotto la suggestione del diavolo, che gli pervertiva il cuore, sguainata la spada, gli rispose: «Ed ora voglio diventare migliore». Così dicendo lo colpì al capo con la spada.
Venceslao allora, guardandolo in volto, gridò: «Ma che fai, fratello?», e afferratolo lo gettò a terra. Accorse però uno dei consiglieri di Boleslap, che colpì Venceslao a una mano. Ferito alla mano, abbandonò la presa del fratello e se ne fuggì verso la Chiesa. Ma altri due scellerati lo inseguirono e lo uccisero sulla porta. Un quarto, infine, lo trapassò al fianco da parte a parte. Venceslao esalò subito l'ultimo respiro, esclamando: Nelle tue mani, Signore, raccomando l'anima mia (cfr. Sal 30, 6).(Ediz. M. Weingart, Praga 1934, 974-983)
Venceslao (907 ca. - Starà Boleslav, Repubblica Ceca, 28 settembre 929 o 935), duca di Boemia, educato nella fede - grazie anche alla nonna, santa Ludmilla -, promosse la cristianizzazione del paese. Fatto uccidere da suo fratello Boleslao, mentre si recava in chiesa a pregare, ebbe diffuso culto popolare quale martire e «principe perpetuo» della Boemia.
Dal Comune dei martiri: per un martire.
O Dio, che al santo martire Venceslao hai insegnato ad anteporre il regno dei cieli al potere terreno, per le sue preghiere fa’ che, rinnegando noi stessi, aderiamo a te con tutto il cuore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.