Morti nel 258. Papa per un solo anno, dal 257 al 258. Mentre predicava nella catacomba di Protestato, durante la celebrazione liturgica, fu catturato e martirizzato insieme ai suoi diaconi Felicissimo ed Agapito; il suo nome ricorre nella Preghiera Eucaristica I. Il Martirologio Romano anteriore al 1970 commemorava insieme a lui i suddiaconi Gennaro, Magno, Vincenzo e Stefano ed un certo Quarto, tutti martiri. È probabile che insieme a Sisto siano stati uccisi tutti i suoi sette diaconi: subito i sei nominati in questa data, ed in un secondo tempo san Lorenzo.
Santi Sisto II, papa, e compagni, martiri. Il papa Sisto, mentre celebrava i sacri misteri insegnando ai fratelli i precetti divini, per ordine dell'imperatore Valeriano, fu subito arrestato dai soldati sopraggiunti e decapitato il 6 agosto; con lui subirono il martirio quattro diaconi, deposti insieme al pontefice a Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Nello stesso giorno anche i santi Agàpito e Felicissimo, suoi diaconi, morirono nel cimitero di Pretestato, dove furono pure sepolti.
Dalle «Lettere» di san Cipriano, vescovo e martire
Mio caro fratello, non ho potuto inviarti subito un mio scritto perché nessuno dei chierici di questa chiesa poteva muoversi, trovandosi tutti sotto la bufera della persecuzione, che però, grazie a Dio, li ha trovati interiormente dispostissimi a passare subito al cielo. Ti comunico ora le notizie in mio possesso. Sono ritornati i messi che io avevo spedito a Roma perché appurassero e riferissero la decisione presa dalle autorità a mio riguardo, di qualsiasi genere essa potesse essere, e metter fine, così, a tutte le illazioni e ipotesi incontrollate che circolavano. Ed ecco ora qual é la verità debitamente accertata. L'imperatore Valeriano ha spedito al senato il suo rescritto col quale ha deciso che vescovi, sacerdoti e diaconi siano subito messi a morte. I senatori, i notabili e quelli che hanno il titolo di cavalieri romani siano privati di ogni dignità ed anche dei beni. Se poi, anche in seguito alla confisca, dovessero irrigidirsi nella professione cristiana, devono essere condannati alla pena capitale. Le matrone cristiane subiscano la confisca di tutti i beni e poi siano mandate in esilio. A tutti i funzionari imperiali, che hanno già confessato la fede cristiana o dovessero confessarla al presente, siano parimenti confiscati tutti i beni. Siano poi arrestati e immatricolati fra gli addetti ai possedimenti imperiali.
Al rescritto Valeriano aggiunse anche copia di una sua lettera inviata ai governatori delle province e che riguarda la mia persona. Di questa lettera sono in attesa di giorno, anzi l'affretto con la speranza, saldo e forte nella fede. La mia decisione di fronte al martirio é netta. Lo attendo, pieno di fiducia, come sono, di ricevere la corona della vita eterna dalla bontà e generosità di Dio. Vi comunico che Sisto ha subito il martirio con quattro diaconi il 6 agosto, mentre si trovava nella zona del cimitero. Le autorità di Roma hanno come norma che quanti vengono denunciati quali cristiani debbano essere giustiziati e subire la confisca dei beni a beneficio dell'erario imperiale.
Chiedo che quanto ho riferito sia portato a conoscenza anche degli altri nostri colleghi nell'episcopato, perché dalle loro esortazioni la nostra comunità possa venir incoraggiata e predisposta sempre meglio al combattimento spirituale. Ciò sarà di stimolo a considerare più il bene dell'immortalità che la morte, e a consacrarsi al Signore con fede ardente e fortezza eroica, a godere più che temere al pensiero di dover confessare la propria fede. I soldati di Dio e di Cristo sanno benissimo che la loro immolazione non é tanto una morte, quanto una corona di gloria. A te, fratello carissimo, il mio saluto nel Signore.
Nato a Vicenza nel 1480, apparteneva alla famiglia dei conti di Thiene; rinunciò alla carica che gli era stata offerta a Roma per dedicare al sua vita al servizio degli ammalati e dei poveri a Vicenza. Più tardi, insieme a Pietro Carafa (poi Papa Paolo IV), fondò la congregazione dei chierici chiamati solitamente Teatini dal nome latino della città abruzzese di Chieti, di cui Carafa era vescovo. L'istituto caratterizzato per l'assoluta fiducia nella divina Provvidenza, ebbe un ruolo nella Controriforma. San Gaetano morì a Napoli nel 1547 e fu canonizzato nel 1671.
San Gaetano da Tgiene, sacerdote, che a Napoli si dedicò a pie opere di carità, in particolare adoperandosi per i malati incurabili, promosse associazioni per la formazione religiosa dei laici e istituì i Chierici regolari per il rinnovamento della Chiesa, rimettendo ai suoi discepoli il dovere di osservare l'antico stile di vita degli Apostoli.
Dalle «Lettere» di san Gaetano, sacerdote
Io sono un peccatore e di me faccio poco conto, ma ricorro ai santi servi del Signore, perché preghino per te Cristo benedetto e la sua Madre. Non dimenticare che tutti i santi non possono renderti cara a Cristo quanto lo puoi tu. E' impresa tua e, se vuoi che Cristo ti ami e ti aiuti, tu ama lui e volgi la tua volontà a piacergli sempre e non dubitare che, se anche ti abbandonassero tutti i santi e tutte le creature, egli ti aiuterà sempre nelle tue necessità. Sii certa che noi siamo sulla terra pellegrini e viaggiatori: la nostra patria é il cielo. Chi si insuperbisce, va fuori strada e corre alla morte. Mentre viviamo quaggiù, dobbiamo acquistarci la vita eterna, e tuttavia da soli non possiamo, perché l'abbiamo perduta per i nostri peccati, ma Gesù Cristo ce l'ha ricuperata. Perciò bisogna che lo ringraziamo in ogni circostanza, lo amiamo, gli obbediamo e facciamo tutto quello che ci é possibile per rimanere sempre con lui.
Egli si é dato per noi come nostro cibo. Infelice chi ignora un dono così grande. Ci é dato di possedere Cristo, Figlio della Vergine Maria. Lo rifiuteremo? Guai a colui che non si cura di riceverlo. Figlia, il bene che desidero per me, lo chiedo ardentemente anche per te, ma per conseguirlo non c'é altra via che pregare spesso la Vergine Maria, perché venga a visitarti con il glorioso suo Filgio. Anzi, ardisci di supplicarla che ti doni il Figlio suo, quale vero cibo dell'anima, nel santissimo sacramento dell'altare. Ella te lo darà volentieri, e più volentieri egli verrà a fortificarti perché possa inoltrarti con sicurezza in questa selva oscura, che é piena di insidie e di nemici. Ma se ci affidiamo all'aiuto della Vergine non ne avremo alcun danno.
Figlio, non ricevere Gesù Cristo per servirtene secondo il tuo intendimento, ma piuttosto donati a lui, tuo Dio e salvatore, e fatti ricevere da lui, perché sia lui a fare di te e in te tutto ciò che vuole. Questo desidero e questo ti chiedo e, per quanto posso, questo sollecito da te.