Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
11 - 17 Luglio 2004
Tempo Ordinario XV, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 3

I Santi del giorno

Mercoledì 14 luglio 2004

San Camillo de Lellis

Sacerdote (Memoria facoltativa) - Patronato: Patrono della Regione di Abruz

BIOGRAFIA

1550-1614. Nativo degli Abruzzi, dopo aver fatto per alcuni anni il soldato tentò di entrare fra i cappuccini, ma dovette lasciarli a causa di una malattia incurabile ad una gamba; trovò la sua vocazione nel servizio dei poveri, per i quali fondò la congregazione di infermieri chiamata Ministri degli Infermi, approvata nel 1591. In precedenza era stato ordinato sacerdote da Thomas Goldwell di St. Asaph, l'ultimo vescovo inglese della vecchia gerarchia. Canonizzato nel 1746, fu dichiarato da Leone XIII santo patrono dei malati e degli infermieri.

MARTIROLOGIO

San Camillo de Lellis, sacerdote, che, nato vicino a Chieti in Abruzzo, dopo aver seguito fin dall'adolescenza la vita militare ed essersi mostrato incline ai vizi del mondo, maturò la conversione e si adoperò con zelo nel servire i malati nell'ospedale degli incurabili come fossero Cristo stesso; ordinato sacerdote, fondò a Roma la Congregazione dei Clerici regolari Ministri degli Infermi.

DAGLI SCRITTI...

Dalla "Vita di san Camillo", scritta da un suo compagno
Servire il Signore nei fratelli.
Cominciando dalla santa carità, come radice di tutte le virtù e come dono a lui più familiare, dico che san Camillo fù così infiammato di questa santa virtù, non solo verso Iddio, ma anche verso il prossimo, e particolarmente verso gli infermi. La loro vista bastava da sola ad intenerirlo, a commuoverlo e a fargli dimenticare completamente ogni altra attrattiva o soddisfazione terrana. Quando serviva qualcuno di loro pareva struggersi di amore e compassione e volentieri avrebbe preso sopra di sé ogni male per raddolcire il loro dolore, e alleviarli dalle infermità. Considerava tanto vivamente la persona di Cristo negli infermi, che spesso quando dava loro da mangiare, immaginandosi che essi fossero il suo Signore, domandava loro la grazia e il perdono dei suoi peccati. Stava con tale riverenza dinanzi a loro come stese proprio alla presenza del Signore.
Non parlava mai d'altro, né più spesso, né con maggior fervore, che della santa carità, e l'avrebbe voluta imprimere nel cuore di tutti gli uomini. Per infiammare i suoi religiosi a questa santa virtù, soleva spesso ricordare loro le dolcissime parole di Gesù Cristo: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25, 36), le quali in verità pareva che gli fossero scolpite nel cuore, tante volte le diceva e ripeteva. Camillo era uomo di tanta carità, che aveva pietà e compassione non solo verso gli infermi e i moribondi, ma anche in generale verso tutti gli altri poveri e miserabili. Aveva il cuore pieno di tanta pietà verso i bisognosi, che soleva dire: Quando non si trovassero poveri nel mondo, gli uomini dovrebbero andare a cercarli e cavarli di sotto terra per far loro del bene, e usar loro misericordia.(Ed. S. Cicatelli, Vita del P. Camillo de Lellis, Viterbo, 1615).



Nota del messale

Camillo (Bucchianico, Chieti, 25 maggio 1550 - Roma, 14 luglio 1614) fu in gioventù soldato di ventura e dedito al gioco; riscoprì la fede nel convento dei Cappuccini di Manfredonia; desideroso di entrare nell’Ordine, per due volte iniziò il noviziato, ma una piaga incurabile al piede gli impedì di continuare. Ricoverato nell’ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma, incontrò san Filippo Neri che lo aiutò nel suo cammino spirituale; si votò in seguito a una vita tutta dedita al servizio di Cristo, nella cura amorevole delle sue membra sofferenti. Divenuto presbitero, fondò i Chierici regolari ministri degli infermi (Camilliani).

Dal Comune dei santi: per gli operatori di misericordia.

Colletta propria

O Dio, che hai dato al santo presbitero Camillo [de Lellis] la grazia singolare della carità verso gli infermi, per i suoi meriti infondi in noi lo spirito del tuo amore, perché, servendoti nei fratelli, possiamo, nell’ora della morte, presentarci fiduciosi al tuo cospetto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.