Giubileo della Speranza Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
25 - 31 Maggio 2025
Tempo di Pasqua VI, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

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Mercoledì 28 maggio 2025

La guida alla Verità tutta intera.

C’è un anelito irrefrenabile dentro il cuore dell’uomo: conoscere la verità. Egli è invece consapevole di vivere e orientare la propria vita sulla scia di verità parziali e mutevoli, da cui derivano un malessere profondo e una serie di errori e di peccati. Cristo, che ha detto di essere Lui la Verità, quella che libera l’uomo, pronuncia ora una promessa solenne destinata a cambiare la storia dell’umanità: “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”. Ecco come avviene la nostra liberazione dall’errore: è la luce stessa di Dio che, penetrando nel cuore dell’uomo e della storia, genera in ciascuno un orientamento sicuro verso le verità ultime e immutabili. Così si ritorna sulle vie di Dio, così tutto ciò che Cristo ci ha detto e fatto entra in noi come verità piena, come guida sicura, come certezza del presente e del futuro. È la consapevolezza di essere amati dal Signore a far rinascere in noi la verità su di Lui, su noi stessi, sul prossimo e sul destino eterno della nostra vita. Senza questa luce, la fede si spegne, l’amore si raffredda e la speranza si dissolve nel disorientamento del mondo. Lo Spirito ci è dato per custodire la Parola, per comprenderla, per viverla con coraggio e coerenza. È tempo di iniziare a pregare con la migliore fede e intensità: “Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli!”.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Raccontava del padre Dioscuro, che mangiava pane d'orzo e farina di lenticchie. Ogni anno si proponeva le pratiche di una nuova disciplina. Diceva: "Non avrò incontri con nessuno quest'anno", oppure: "non parlerò", oppure: "Non mangerò nulla di cotto", o ancora: "non mangerò frutta e verdura". Faceva così tutte le pratiche possibili, non faceva in tempo a compierne una che ne inizia un'altra. E ciò avveniva ogni anno.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FIGLI DEI NOBILI E DEI POVERI

Se per caso un nobile vuole offrire il proprio figlio a Dio nel monastero e il fanciullo è ancora in tenera età, i genitori scrivano la carta di petizione, di cui abbiamo parlato sopra; e insieme alle offerte della Messa avvolgano nella tovaglia dell'altare la stessa petizione e la mano del fanciullo; e così lo offrano.

Cap.59,1-2.