Giubileo della Speranza Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
18 - 24 Maggio 2025
Tempo di Pasqua V, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Scarica versione .epub della Liturgia del Giorno

Domenica 18 maggio 2025

Vi do un comandamento nuovo che vi amiate come io ho amato voi.

Dopo il discorso del Buon Pastore, oggi la liturgia ci propone altre letture che spiegano come seguire Gesù e come essere un unico gregge, la Chiesa. Il punto fondamentale della Chiesa è l’amore reciproco, come dice Gesù: «Da questo amore tutti sapranno che siete miei discepoli». La Chiesa è costituita dall’amore di Cristo e dall’amore reciproco che crea la comunità. Le piccole comunità cristiane fondate da Paolo e Barnaba durante i loro viaggi missionari, come quelle di Lìstra, Icònio e Antiòchia, sono il modello per le nostre comunità. Quelle comunità si distinguevano per l’amore reciproco, tanto che un autore pagano osservando i cristiani notava: “Guardate come si amano…”. Questo amore è il segno distintivo dei discepoli di Cristo. Nel Vangelo, dopo il Cenacolo, Gesù lascia ai suoi apostoli il testamento: «Se avrete amore reciproco…», e non dice che saranno riconosciuti discepoli per la povertà, l’obbedienza o per aver appreso la dottrina, ma per l’amore. Senza l’amore reciproco, tutte le altre virtù sono prive di significato. Cristo ci ha amato fino a dare la vita per noi, insegnandoci l’amore reciproco. San Gregorio Magno ci ricorda che tutte le virtù sgorgano dalla carità, che si manifesta nell’amare anche il nemico per amore di Dio. Dopo la Pentecoste, i discepoli fondano le prime comunità, e la Chiesa diventa un corpo unito dalla carità, fede e Cristo. Oggi, la carità è ciò che fa brillare il volto di Dio e della Chiesa, e senza di essa, come dice San Paolo, «siamo nulla». Il messaggio di oggi è chiaro: «Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». Parteciperemo all’Eucaristia, segno dell’amore e dell’unità con Cristo, e chiediamo a Lui di aiutarci a diventare un solo gregge che ascolta la Sua voce, rendendoci testimoni del Suo amore eterno.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un giorno l'Abba Macario, passando di ritorno dalla palude nella sua cella, recava con sé dei rami di palma, ed ecco per la strada gli venne incontro il diavolo con una falce per la mietitura. Lo avrebbe voluto colpire con quella falce, ma non ci riuscì e gli disse: O Macario, da te subisco grande violenza, perché non posso avere la meglio su di te. Infatti qualsiasi cosa tu faccia, la faccio anch'io: digiuni e anch'io non mangio affatto, vegli e anch'io non dormo affatto. C'è una sola cosa in cui mi sei superiore; l'Abate Macario chiese: Quale? Il diavolo rispose: La tua umiltà, a causa della quale non riesco ad avere la meglio su di te.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

VESTI E CALZATURE DEI FRATELLI

Quando si ricevono indumenti nuovi si restituiscano sempre quelli usati, da conservare nel guardaroba per i poveri. Devono bastare infatti al monaco due cocolle e due tuniche, sia per avere il cambio la notte sia per poterle lavare; il di più è superfluo e deve essere tolto. Anche le calze e ogni altra cosa usata le restituiscano quando ne ricevono di nuove. Quelli che si mettono in viaggio prendano i femorali dal guardaroba e al ritorno li restituiscano lavati. E le cocolle e le tuniche per il viaggio siano un po' più buone di quelle che ordinariamente usano; le prendano dal guardaroba quando partono e ve le ripongano quando tornano.

Cap.55,9-14.