Giubileo della Speranza Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
20 - 26 Aprile 2025
Tempo di Pasqua I, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

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Mercoledì 23 aprile 2025

Gesù risorto appare a due discepoli sulla via di Èmmaus.

È uno dei racconti più belli quello che la liturgia di oggi ci presenta. L’evangelista Luca descrive il passaggio dalla tristezza degli sfiduciati alla gioia di chi ha trovato il Messia: quel passaggio, con la risurrezione del Signore, si compie non solo nei discepoli di Èmmaus, ma in tutti noi credenti. I due discepoli arrivano gradualmente a riconoscere Gesù, passando così dalla tristezza all’entusiasmo; lo riconoscono come profeta, potente in opere e parole, davanti a Dio e a tutto il popolo. L’hanno sognato come colui “che avrebbe liberato Israele”. Ma si sono smarriti nella loro fede a causa della croce. Un Salvatore crocifisso è per loro qualcosa di inconcepibile. Nel racconto di Luca si avverte anche il clima delle riunioni fraterne, in cui i primi cristiani leggevano la Scrittura alla luce di Cristo risorto e poi “spezzavano il pane”, cioè celebravano l’eucaristia. I due discepoli sono guidati da Gesù a rileggere la Scrittura e a trovarvi che la passione sopportata dal Signore, per entrare nella gloria, non è stata un incidente imprevisto e contrario al disegno di Dio, ma ne è stata il compimento. Fa dunque comprendere loro il valore della sofferenza nel grande piano salvifico di Dio. La passione e la croce dell’Unto di Dio corrispondono al piano misterioso di Dio. Infine, osserviamo che Gesù è riconosciuto nella frazione del pane, nell’eucaristia: lì è avvertita la sua presenza reale, la sua compagnia, e l’unione con Gesù fa battere il cuore. Senza Gesù, i cuori rimangono ghiacciati e spenti. Andiamo a Lui…


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Pambo chiese ad Abba Antonio: "Cosa dovrei fare?". L'anziano gli rispose: "Non confidare nella tua giustizia e non preoccuparti del passato, ma controlla la tua lingua e il tuo stomaco".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA

Alla mensa poi chi non arriverà prima del versetto, in modo che tutti insieme dicano il versetto e preghino e tutti insieme poi si siedano a tavola, chi dunque non giungerà per negligenza o per cattiva abitudine, sia ripreso fino alla seconda volta. Se ancora non si emenderà, non lo si ammetta a partecipare alla mensa comune, ma, separato dalla compagnia dei fratelli, mangi da solo, privato anche della razione di vino, finché non abbia dato soddisfazione e non si sia corretto. Alla stessa pena sia sottoposto chi non sarà presente al versetto che si dice dopo il pasto.

Cap.43,13-17.