Gli scribi e i farisei sono convinti di aver trovato un’occasione propizia per mettere alla prova Gesù e per avere poi motivo di accusarlo. Posero in mezzo una donna e, con tono perentorio, gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». È un’evidente sfida alla sua bontà e alla sua misericordia; forse erano memori della parabola del buon pastore, forse di quella del Padre misericordioso. O, ancora, avevano in mente: “Io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva”. Gesù ora o contraddirà Mosè, o contraddirà se stesso? Prima di sentire le parole di Gesù e vedere i gesti che egli compie, ascoltiamo Isaia: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?». Sta per germogliare dinanzi a giudei falsi e ipocriti, dinanzi a una adultera, la novità di Cristo. La Verità che egli incarna, il perdono che meriterà per noi, l’assoluzione della donna e della Chiesa e dell’intera umanità. Il germoglio, il virgulto nuovo, è la Donna vergine, Maria, casta, santa, senza peccato, nel cui seno è germogliata la vita nuova. Gesù si alzò e le disse: «Donna, nessuno ti ha condannata?». Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Avviene invece la condanna degli accusatori. Cerca prima di convincerli con una citazione a loro nota: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». Vista però la loro ostinazione, Gesù scrive quello che essi avrebbero mai voluto leggere, i loro peccati. Così la vita risorge, così avviene la Pasqua, il passaggio dalla prostituzione alla vita. Così la Chiesa è stata dotata di santità e grazia. Capita a molti e spesso di non accorgersi della novità di Cristo e del germoglio che è spuntato per noi.
Oggi frena i tuoi giudizi, non condannare alcuno.
Un fratello si recò presso un anziano che abitava al Monte Sinai e gli domandò: «Padre, dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio». L'anziano gli disse: «Figliuolo, io quando prego parlo così: Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato».
I SETTIMANARI DI CUCINA Chi sta per uscire di settimana, il sabato faccia le pulizie; lavi i panni con cui i fratelli si asciugano le mani e i piedi; tanto poi chi finisce quanto chi inizia il turno lavi i piedi a tutti. Chi esce di settimana riconsegni puliti e in buono stato gli utensili del suo ufficio al cellerario, e questi a sua volta li consegni al fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve. Un'ora prima della refezione i settimanari prendano, oltre la razione stabilita, un bicchiere di vino e un po' di pane per ciascuno, perché all'ora del pasto possano servire i fratelli senza lamentele e senza eccessiva fatica; nei giorni festivi però attendano sino alla fine della Messa.