«Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora». La Quaresima è il tempo del ritorno, della conversione. «Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri». Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare per essere visti dagli uomini. Tu, prega il Padre tuo nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. È bello pensare e credere che la preghiera vera è un ritorno che fascia le ferite, che ci ridà vita, che ci fa risorgere dopo “due giorni” in una meravigliosa aurora pasquale. La povertà, l’indigenza spirituale, le nostre fragilità e l’urgenza di Dio ci muovono alla preghiera pura e sincera. L’ostacolo che invece vanifica la preghiera è l’intima presunzione di essere giusti e disprezzare gli altri; l’autosufficienza è di coloro che credono di avere in se stessi il dio. Ben li rappresenta la voce stentorea del fariseo che, stando in piedi, credeva di pregare dicendo: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». Un vantarsi soltanto di se stesso, un giudice degli altri, incapace di scrutare la propria coscienza, sazio del proprio bene tutto formale ed esteriore: un bene senz’anima. Ecco invece la voce umile e sommessa del pubblicano che, fermatosi umilmente a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Appaiono chiari gli elementi che rendono la preghiera preziosa e accetta agli occhi di Dio: l’orante rispetta la “distanza” come segno di ossequio, non osa alzare gli occhi, è sinceramente umile, si batte il petto; concorrono fede, devozione, contrizione e confessione. Sono i motivi per cui il pubblicano, a differenza del fariseo, tornò a casa sua giustificato, perché, ecco la conclusione del Signore: «Chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». La Madre del Signore ci conferma quanto sia accetta al Padre celeste la virtù che gli consente di operare grandi cose! Dio «Ha guardato l’umiltà della sua serva».
Umili e pentiti.
Alcuni fratelli andarono a visitare un santo anziano che abitava in un luogo deserto. Trovarono presso la sua cella dei bambini che custodivano le greggi e parlavano tra loro in modo fastidioso. I fratelli videro l'anziano, gli palesarono i propri pensieri e trassero beneficio dalle sue risposte. Poi gli dissero: «Padre, perché accetti d'avere intorno questi bambini e non gli ordini di cessare tanto baccano?». L'anziano rispose: «Fratelli, credetemi, vi sono giorni in cui vorrei dare questo ordine, ma mi fermo, dicendo: «Se non sopporto questa bazzecola, come potrei sopportare una più grande prova, se Dio permette che mi si presenti?». Così non dico niente, per abituarmi a sopportare tutto ciò che accade».
COME DEVONO PUNIRSI I FANCIULLI DI MINORE ETÀ Ogni età e ogni grado di intelligenza devono ricevere un trattamento adeguato. Perciò i fanciulli, gli adolescenti o coloro che non sanno rendersi conto della gravità della scomunica, tutti questi, ogni qualvolta commettono delle mancanze, siano puniti con rigorosi digiuni o repressi con aspre battiture, perché si correggano.