Giubileo della Speranza Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
16 - 22 Marzo 2025
Tempo di Quaresima II, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

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Sabato 22 marzo 2025

"Costui accoglie i peccatori e mangia con loro".

Da questa accusa dei farisei e degli scribi, Gesù fa sgorgare una delle pagine più belle e dense del Vangelo. Ci illumina sulle realtà più profonde del nostro essere e del nostro vivere: coniuga la nostra fragilità e il nostro peccato con l’amore misericordioso del Padre. Un figlio - uno di noi - chiede la parte di eredità che gli spetta. Vuole una libertà senza limiti, la stessa che reclamarono i nostri progenitori mangiando il frutto proibito, la stessa che cerchiamo noi ogni volta che pecchiamo. Eppure, Dio, che ci ha creati liberi, non ci nega mai la nostra libertà, anche quando la usiamo per allontanarci da Lui, per fuggire dall’amore, fino a ritrovarci nudi, soli e impauriti. Così avviene un’umiliante trasformazione: da figli amati dal Padre, ci ritroviamo a fare i mandriani dei porci! Ma proprio nel fondo del male nasce spesso un’irrefrenabile nostalgia del Bene perduto, della Casa paterna, del Padre buono. Si passa dalla fame e dal ricordo dell’abbondanza dei veri beni perduti al primo accenno di pentimento: “Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Dopo tanto sperpero, il figlio prodigo spera almeno di essere accolto come un servo: sa che i salariati del Padre hanno pane in abbondanza, mentre lui sta morendo di fame. Il peccato non sazia mai! È una rovinosa perdita del bene. Ma il Padre celeste è sempre in ascolto e in trepida attesa del ritorno del figlio. Egli ascolta il gemito del povero e manda suo Figlio a cercare la pecora smarrita. Sarà proprio Cristo, la Via, a indicare il cammino del ritorno; sarà Lui, il Buon Pastore, a farsi carico del peccatore; sarà Lui, Luce del mondo, ad aprire gli occhi e il cuore del figlio per riconoscere l’amore del Padre. “Quando era ancora lontano, il padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”. Il fuggitivo ritrova il Padre, la Casa, il fratello, la mensa, la festa, la risurrezione: ritrova la Pasqua. Questa scena non è solo un’immagine poetica, ma una realtà che ciascuno di noi può vivere ogni volta che, dopo il peccato, sperimenta l’abbraccio del perdono. Meditando questa misericordia, soprattutto in Quaresima, siamo chiamati alla più intensa gratitudine. Il perdono scaturisce dalla croce, dal sangue di Cristo, dalla sua passione, dalla sua Pasqua.
Proposito del giorno: La confessione sacramentale è la tua Pasqua; vai, Gesù ti attende!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Gregorio disse: «Che la tua opera sia pura per la presenza del Signore e non per l'ostentazione».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE IL GRADO DELLA SCOMUNICA

La misura della scomunica o del castigo corporale deve essere proporzionata alla gravità della colpa; e la valutazione di questa dipende esclusivamente dal giudizio dell'abate. Se un fratello comunque si rende colpevole di colpe leggere sia privato della partecipazione alla mensa comune. Per chi viene escluso dalla mensa si usi questa norma: non canti da solo in coro né salmo né antifona né proclami le letture, finché non abbia fatto la soddisfazione; inoltre prenda il pasto da solo dopo la refezione dei fratelli; così, per esempio, se i fratelli mangiano all'ora sesta, egli mangi a nona; se i fratelli a nona, egli a vespro, finché, dopo un'adeguata soddisfazione, non abbia ottenuto il perdono.

Cap.24,1-7.