"Tutta è possibile per chi crede": i discepoli non riescono a fare il miracolo perché la loro fede è fiacca è incerta, e perché mancano di preghiera, che è il segno della fede, ovvero della comunione con la forza divina. Nella fede è Dio stesso che infallibilmente agisce. La mancanza di fede è impotenza ed è l'unica cosa che va contro Gesù. D'altra parte, è sempre difficile avere fede forte; per questo è bene chiedere l'aiuto di Dio, come fa il padre del ragazzo indemoniato: "credo: aiutami nella mia incredulità". I discepoli del Signore devono affidarsi sempre più alla Sua forza che sola libera da ogni male. La liturgia della Parola di Dio ci porta a paragonare il nostro mondo a questo ragazzo posseduto dallo spirito maligno. La vera risposta della guarigione scaturisca solo dalle parole del nostro Signore Gesù Cristo. E' lui che è l'Autore della creazione e della redenzione. Cristo con la sua parola cura, sana l'umanità incredula e peccatrice. Egli è a tu per tu con la malattia del ragazzo, sta di fronte alla debolezza umana, all'incapacità, l'impotenza dell'uomo. La forza di Cristo è la parola ma anche la preghiera. Il mondo odierno ha bisogno di un grande aiuto, di un grande sostegno spirituale, perché è sempre più immerso nella violenza, nella guerra, nel fuoco. Il Signore ci ha detto che siamo il sale della terra e la luce del mondo, dobbiamo dunque strapparlo dalla follìa, dalle convulsioni. Come? Ci sentiamo così incapaci, così impotenti... Ma Gesù ci ha indicato i mezzi: la fede e la preghiera. Bisogna credere veramente, allora si può fare qualcosa anche nelle circostanze più difficili. E con la fede si può pregare in modo efficace. E' importante sottolineare anche la forza di trasformazione del padre. Nel brano di oggi, in contrapposizione agli scribi di Israele, che appaiono aggrappati alle loro sicurezze religiose e sociali, incontriamo questo padre che impara ad amare - credere ascoltando Gesù e mettendo la sua forza più profonda: fede e dedizione al servizio del figlio disabile. E' grande la fede di questo padre giudeo, che spezza il cerchio delle autorità normative del suo popolo e si prostra ai piedi di Gesù ottenendo così la guarigione del figlio. E la giaculatoria per la giornata di oggi: Credo; aiuta la mia incredulità!
Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.
L'UMILTÀ Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!