Il brano odierno è caratterizzato dall'urgenza di riconoscere il tempo presente, il tempo di Dio. “Quando voi vedete una nuvola salire da ponente dite: viene la pioggia, e così accade. Stolti! E come non sapete comprendere questo tempo?” Conoscete bene ciò che è utile per la vita di ogni giorno, ma non ciò che è necessario per la vita dello spirito. Sapete discernere 'il volto' del cielo e della terra, ma non quello del Figlio dell'uomo. Il discepolo vive alla luce del giudizio di Dio. Esso si rivela nel mistero pasquale di Gesù, che si battezza nel fuoco dello Spirito, dopo che lui stesso è passato attraverso le acque della morte. Questa è la sua venuta, già realizzata sulla croce, che giudica il mondo per salvarlo. Per questo è necessario riconoscere il tempo presente come il momento per la conversione. L'invito a riconciliarsi presto e a fondo con quelli con cui non siamo in pace, è a portata di tutti. “Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procurati di accordarti con lui”. Ciò vuol significare che l'uomo deve afferrare l'attimo ultimo a lui offerto per la sua salvezza, non lasciandoselo sfuggire. Questo rimprovero di Cristo è bruciante e in primo luogo interessa precisamente i credenti. Noi siamo coloro che hanno lo sguardo di Dio; la nostra fede non significa soltanto guardare Dio, ma guardare con gli occhi di Dio la realtà del mondo e della nostra personale esistenza. Il segno per eccellenza è sempre Cristo, con il suo mistero pasquale. Egli mi salva a misura che, leggendo gli eventi della mia esistenza e confrontandoli con la sua Parola, lascio che la Parola stessa porti frutto in me e nel mio tempo. Tocca a noi saper giudicare questo tempo, come dice Gesù, e giudicare da noi ciò che è giusto.
Un monaco egiziano disse a un anacoreta siriano, tutto eccitato, che voleva andare in città a vedere un santo che operava miracoli e che, con la sua preghiera, risuscitava i morti. L'altro monaco, sorridendo disse: "Che strane abitudini avete da queste parti: chiamate santo chi piega Dio a fare la propria volontà. Da noi invece, chiamiamo santo chi piega la propria volontà a quella di Dio".
COME DEVONO FARE LA SODDISFAZIONE GLI SCOMUNICATI Chi per una colpa grave è scomunicato dall'oratorio e dalla mensa, quando nell'oratorio sta per terminare l'Opus Dei, si metta prostrato a terra, davanti alla porta, senza dire nulla, ma soltanto se ne stia prostrato lì, col capo a terra, chino ai piedi di tutti i fratelli che escono dall'oratorio. E così faccia finché l'abate non avrà ritenuta sufficiente la soddisfazione. Quando poi l'abate lo farà entrare, egli si getti ai piedi dell'abate e quindi ai piedi di tutti, perché preghino per lui.