L'intervento prodigioso del Salvatore è sempre provocato da una richiesta o dalla constatazione della fede. Nell'episodio narrato nel vangelo di oggi questa è riconosciuta da Gesù nel fatto stesso di "portare a lui un paralitico steso su un letto". Infatti la parola di incoraggiamento rivolta al malato è preceduta dalla constatazione "vista la loro fede". Nessun gesto o nessuna parola pur proveniente da Dio hanno un qualche effetto in ordine alla salvezza, se non incontrano una disposizione previa di accoglienza fiduciosa da parte di chi chiede. La fede è la porta che si apre all'azione di Dio nella nostra vita. Ciò vale anche per la parola profetica, che è salvifica se viene accolta come parola che Dio ci rivolge, tramite un suo rappresentante. Nel caso concreto si evidenzia anche il processo di salvezza integrale dell'uomo infermo attraverso il perdono che Gesù gli concede. La reazione dei dottori della legge ivi presenti è di scandalo: "Solo Dio può perdonare i peccati". Cristo, sapendo quello che pensavano, non si smentisce, ma per provare che lui ha il potere di perdonare e che i peccati del malato sono effettivamente rimessi, gli ordina: "Alzati, prendi il tuo letto e va a casa tua". Che l'infermo si alzi realmente e vada a casa, appare come una semplice conseguenza. La cosa principale per la gente non è la guarigione miracolosa, ma che Dio abbia "dato tale potere agli uomini". E' quanto Dio fa, che qui viene accentuato. Come deve essere grande Dio, proprio per questa liberalità, con la quale non tiene gelosamente per sé il suo tesoro, ma trasmette agli uomini i suoi poteri. In quetso senso: siamo noi consapevoli della magnanimità di Dio, che ci perdona tramite i suoi ministri?
«Abba - chiese un giorno un fratello al grande Antonio - perché, quando ti lodano, tu non rifiuti le lo-di? Rispose il padre dei monaci: Perché capita che rifiutiamo le lodi non per modestia, ma per essere lodati due volte...».
PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO Sorgiamo dunque una buona volta! È la Scrittura che ci scuote dicendo: «È ormai tempo di svegliarci dal sonno» (Rm 13,11); e, spalancati gli occhi alla luce divina e con gli orecchi attoniti per lo stupore, ascoltiamo di che ci ammonisca la voce di Dio che ogni giorno ci grida: «Oggi, se udirete la sua voce, non indurite il vostro cuore» (Sal 94,8); e ancora: «Chi ha orecchi per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alla Chiesa» (Ap 2,7).E che cosa dice? «Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore (Sal 33,12). Correte mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre della morte» (Gv 12,35).