Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Maggio - 01 Giugno 2024
Tempo Ordinario VIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Martedì 28 maggio 2024

Chi mi vuol seguire...

Il mistero della salvezza eterna, adombrato nel vangelo di ieri dal giovane ricco, è riproposto oggi da San Pietro nella prima lettura. Egli invita i fedeli a rileggere la storia dei profeti, non tanto come avvenimenti passati, quanto come realtà vissute oggi dai discepoli del Signore, che per primo ha adempiuto quanto le Scritture avevano profetizzato di lui. Non fermare quindi l'attenzione su ciò che è transitorio, come le prove e la sofferenza, ma su quello che è eterno: La gloria della risurrezione. Occorre quindi rivestirsi di una mentalità nuova, che sa dare alle realtà umane il loro vero valore. Il brano del vangelo conferma la necessità della sequela del Signore. Pietro si rivolge a Gesù: noi che abbiamo lasciato tutto... che ci siamo liberati dai vincoli del possesso... dalla mentalità del mondo... che cosa avremo? La risposta del Signore è quanto mai consolante: Avrete cento volte tanto insieme a persecuzioni... e nel futuro la vita eterna... E' una promessa esplicita per le anime consacrate e non solo... Ma attenzione agli inganni del demonio. I Padri di spiritualità ci ripetono: Non hai lasciato nulla se non lasci te stesso! E questo lasciare noi stessi, il nostro egoismo, il nostro orgoglio, il nostro "mondo", non è facile... ma d'altra parte costituisce una esigenza evangelica nella sequela di Gesù: Chi mi vuol seguire... E' quindi una mèta proposta alle anime consacrate che vogliono seguire più da vicino il Signore, ma anche a tutti i fedeli. Tutti infatti siamo chiamati a morire a noi stessi per far trionfare la grazia dello Spirito.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Raccontava del padre Dioscuro, che mangiava pane d'orzo e farina di lenticchie. Ogni anno si proponeva le pratiche di una nuova disciplina. Diceva: "Non avrò incontri con nessuno quest'anno", oppure: "non parlerò", oppure: "Non mangerò nulla di cotto", o ancora: "non mangerò frutta e verdura". Faceva così tutte le pratiche possibili, non faceva in tempo a compierne una che ne inizia un'altra. E ciò avveniva ogni anno.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FIGLI DEI NOBILI E DEI POVERI

Se per caso un nobile vuole offrire il proprio figlio a Dio nel monastero e il fanciullo è ancora in tenera età, i genitori scrivano la carta di petizione, di cui abbiamo parlato sopra; e insieme alle offerte della Messa avvolgano nella tovaglia dell'altare la stessa petizione e la mano del fanciullo; e così lo offrano.

Cap.59,1-2.