Oggi la liturgia, con il formulario della messa proprio, fa memoria della Madonna santissima del Rosario. Nelle memorie però, se non sono quelle speciali, vengono usate le letture del giorno, anche per dare la continuità a quanto si legge. Infatti i settantadue discepoli, inviati da Gesù qualche giorno fa, oggi al ritorno dalla missione mostrano una gioia incontenibile. Una gioia veramente giustificabile per tanti motivi. Da un lato certamente, perché si rendono conto che tutto quello che Gesù, il loro Signore, aveva loro predetto si era puntualmente verificato. Già questo è un buon motivo per gioire; e poi la loro opera, seguendo l'insegnamento di Gesù, aveva dato frutti umanamente inaspettati. I discepoli hanno operato molti miracoli, guarendo e scacciando i demòni: proprio secondo le istruzioni che avevano ricevuto. Certamente, se ce n'era bisogno, la fiducia e la fede in Gesù erano aumentati. Altro motivo di gioia, e questo forse più profondo, è nel rendersi conto che - nell'obbedienza a Gesù - questa comunità di discepoli comincia a fare quello che faceva il proprio Maestro. Comincia ad intravedersi una realtà nuova e che nasce da Cristo stesso. Sono tutti questi motivi giusti per rendere grazie al Signore e gioire tutti insieme. L'accoglienza di Gesù però invita a riflettere sul motivo vero e reale della vera gioia. La gioia che nasce dal profondo del cuore, dove è radicata, non deriva dai risultati esterni o dai successi conseguiti e neanche dall'accettazione altrui del nostro operato. La vera gioia sta nel sapersi figli di Dio ed amati da Dio stesso. Obbedire a Gesù e fare quello che Egli insegna... è qui la gioia profonda di tutti i cristiani.
L'abba Macario, interrogato su come si debba pregare, rispose: «Non è necessario parlare molto nella preghiera, ma stendiamo sovente le mani e diciamo: «Signore abbi pietà di noi, come tu vuoi e come tu sai". Quando la tua anima è in angustiata, di': «"Aiutami". E Dio ci farà misericordia, perché sa quello che a noi conviene».
I SETTIMANARI DI CUCINA I settimanari che finiscono e quelli che iniziano il turno, la domenica alla fine delle Lodi mattutine, si prostrino davanti a tutti chiedendo che si preghi per loro. Chi esce di settimana dica questo versetto: «Benedetto sii tu, Signore mio Dio» (Dn 3,52), «che mi hai soccorso e consolato» (Sal 85,17); e, dopo che è stato ripetuto tre volte e chi esce ha ricevuto la benedizione, subentra chi inizia la settimana e dica: «O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto» (Sal 69,2); e sia ripetuto anche questo tre volte da tutti ed egli, ricevuta la benedizione, entri in servizio.