Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
07 - 13 Maggio 2023
Tempo di Pasqua V, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Mercoledì 10 maggio 2023

La Chiesa attende il suo vino...

La natura ci viene incontro. Nella creazione, che parla del suo creatore, troviamo gli esempi per spiegare quello che è infinitamente più grande di noi. È il Signore stesso che invita a guardarci intorno per poterci guardare dentro con più chiarezza. La similitudine della vite e dei tralci non lascia spazio ad equivoci: noi da soli non portiamo frutto e il legame vitale tra noi e il Signore è costituito da una dolce e insostituibile dipendenza. La grazia trasforma tronchi insignificanti in sostegni ammirabili... le foglie di una vite rigogliosa nascondono le brutture di un legno consumato dalle intemperie e lo rendono gradevole agli sguardi di chi attende di nutrirsi di frutti sugosi e abbondanti. Se il tralcio non svolgesse più il ruolo assegnatogli, quei frutti verrebbero meno! "Rimanere" è un invito a perseverare, ad essere fedeli, perché la nostra vita abbia un significato. Essere fedeli alla vocazione a cui Dio ci ha chiamati, con il pensiero sempre rivolto a Lui, realizza in noi il desiderio del Signore, ovvero vivere con i suoi stessi sentimenti di bontà, di misericordia, di carità. È un invito a trovare posto nel suo cuore, in adorazione, ringraziamento, contrizione. Il Signore non ci nasconde che quei grappoli maturi saranno premuti, ma ci fa comprendere che il succo che ne uscirà sarà vino salutare per molte anime assetate di Verità, giustizia e di amore puro. È l'offerta di sé che la nostra Chiesa attende...


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Se una cassa piena di abiti viene abbandonata per lungo tempo, gli abiti contenuti in essa marciscono; così sono anche i pensieri nel nostro cuore. Se non li metteremo in atto concretamente, nel tempo si deformeranno e marciranno.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ORATORIO DEL MONASTERO

L'oratorio deve essere ciò che il suo nome significa; null'altro perciò vi si faccia o vi si deponga. Terminato l'Ufficio divino, tutti escano nel più assoluto silenzio con gran rispetto a Dio; di modo che se un fratello volesse continuare a pregare da solo, non ne sia impedito dall'altrui importunità. Ma anche in altri momenti, se qualcuno desidera pregare in segreto da solo, entri semplicemente e preghi, non a voce alta ma con lacrime e fervore di cuore. Perciò, a chi non si comporta in questo modo non sia permesso rimanere nell'oratorio quando è terminato l'Ufficio divino, come abbiamo detto, perché gli altri non siano disturbati.

Cap.52,1-5.