Gesù dice ai Giudei ed anche a noi oggi: “Se uno osserva la mia Parola non sperimenterà la morte in eterno!”. Ma i Giudei Lo contestano fortemente: Ma chi credi di essere? “Sei Tu più grande del nostro Padre Abramo, che è morto? Anche i Profeti sono morti. Chi credi di essere?”. “Abramo, vostro Padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e ne fu pieno di gioia”. E gli dissero: “Non hai ancora cinquanta anni e hai visto Abramo?”. Rispose loro Gesù, e lo ripete anche ad ognuno di noi adesso: “In verità, in verità Io vi dico: “Prima che Abramo fosse: IO SONO!”. I Giudei, come scandalizzati, raccolsero delle pietre per tirargliele, ma Gesù si nascose ed usci dal Tempio. Davanti a Gesù, davanti alla sua divina Parola, che è Verità, possiamo avere due atteggiamenti: o crediamo in Lui e Lo accogliamo nella nostra vita con fede sincera, oppure Lo rifiutiamo. Egli è il Salvatore del mondo, l’Unico, mandato a noi dal Padre, per salvarci l’anima. Ma per accettarlo e per credere in Lui ci vuole l’umiltà di cuore. La Madonna, l’umile Serva del Signore, l'accolse nell'umiltà. Ed è diventata la Sua Madre. E noi? Con un po' di umiltà spirituale possiamo diventare i Suoi figli e fratelli di Gesù, nostro Salvatore.
Fu domandato a un anziano: «Come avviene che io mi scoraggi senza tregua?». «Perché non hai ancora visto la meta», rispose.
QUALE DEVE ESSERE IL CELLERARIO DEL MONASTERO Come cellerario del monastero sia scelto uno dei membri della comunità che sia saggio, maturo, sobrio, non mangione, non superbo, non turbolento, non insolente, non gretto, non prodigo, ma pieno di timor di Dio e che sia come un padre per tutta la comunità. Abbia cura di tutti; non faccia nulla senza il consenso dell'abate; si attenga agli ordini ricevuti. Non contristi i fratelli; se per caso uno di loro gli chiede qualcosa fuori posto, non lo rattristi respingendolo con disprezzo, ma con buone ragioni e con umiltà dica di no alla sua richiesta inopportuna. Abbia cura della propria anima, memore sempre di quel detto dell'apostolo che chi avrà ben servito si acquisterà un grado onorifico (1 Tm 3,13). Riservi ogni premura con la massima sollecitudine specialmente agli infermi, ai fanciulli, agli ospiti e ai poveri, ben sapendo che di tutti questi dovrà rendere conto nel giorno del giudizio.