Oggi è la festa patronale del nostro monastero, festa di san Vincenzo martire. Noi preferiamo però inserire qui una piccola meditazione sulla Liturgia del giorno, della terza domenica del tempo ordinario. Il Vangelo di oggi ci fa riflettere sulla triste fine della missione di Giovanni, gettato in prigione, ma anche sull’inizio della missione di Gesù dopo l’arresto del Battista. Dice il testo: quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea (…) perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia, l’annuncio di una lieta notizia: il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. La storia di Dio è una storia che si amalgama con quella degli uomini. Quello che Dio fa è sempre giù in fondo alla cronaca che tutti noi viviamo. È così anche per Giovanni Battista che per la cronaca appunto si trova ormai ai suoi ultimi giorni di vita. Però come è delle volte difficile percepire la mano di Dio in mezzo a certe cronache, come quella dell’episodio che riguarda Giovanni Battista... Comunque è sempre interessante notare che al fondo di ogni buio, di ogni situazione difficile, Dio ha nascosto una luce che molto spesso non la si vede all'istante e con facilità, ma di sicuro c’è sempre. Ogni salmo, si dice, finisce sempre con gloria! Nel Vangelo di oggi, Gesù reagisce al buio che sta distruggendo la vita di Giovanni Battista con un duplice atteggiamento: “Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò in Galilea” (…) “Da quel tempo Gesù cominciò a predicare”. A prima vista sembra che sia intimorito da quello che stava accadendo ma dall’altra parte sembra incoraggiato a dover prendere la situazione in mano. Quindi sembra quasi che Gesù ci mostri davvero il duplice atteggiamento che c’è nel cuore di ciascuno di noi: l’umana paura che ci accompagna sempre, ma anche la capacità di mutare in opportunità una situazione avversa. È un po’ come se Gesù volesse dirci: “delle volte non possiamo evitare che accadano cose terribili o ingiuste, ma a partire da esse dovremmo decidere di essere delle persone migliori, cominciando a prendere delle decisioni in prima persona”. Paradossalmente sembra che sia la triste fine di Giovanni Battista a stimolare Gesù a intraprendere apertamente il Suo ministero pubblico. “Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo”. Impariamo da Lui la nostra guarigione! Amen!
"Un fratello chiese ad un anziano: 'Come trovare il Nome del mio Signore Gesù Cristo?'. L'anziano gli disse: 'Se tu non ami prima la fatica, non puoi trovarlo'".
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE Sappia l'abate che si è assunto l'incarico di guidare le anime e perciò deve prepararsi a renderne conto; e di quanti fratelli egli sa affidati alle sue cure, sia ben certo che nel giorno del giudizio dovrà appunto rendere conto a Dio di tutte e singole queste anime, compresa naturalmente la sua. E così, nel continuo timore dell'esame che, quale pastore, subirà circa le anime a lui affidate, mentre si dà pensiero per il rendiconto altrui, si fa sollecito per il proprio; e mentre con i suoi ammonimenti bada alla correzione degli altri, egli stesso viene emendandosi dei propri difetti.