Si può evidenziare un collegamento tra le due letture di oggi, soprattutto tenendo presente quale è il soggetto che sa accogliere la salvezza: è il povero, l’umile... la salvezza è un dono che Dio concede a tutti coloro che si rivolgono a lui con cuore spezzato e umiliato. Ma “il Signore è vicino a chi lo cerca.” Infatti cerca il Signore chi soffre e non si arrende, chi è affranto di cuore ma non accetta che l’amarezza sia l’ultima parola sulla sua vita. Il racconto del Vangeli di oggi ci mette davanti ad una situazione ordinaria di famiglia: un padre che chiede un servizio al figlio. Il primo figlio risponde: non ne ho voglia, il primo è un figlio ribelle, reattivo, impulsivo, che prima di aderire a suo padre prova il bisogno imperioso, vitale, di affrontarlo, di misurarsi con lui, di contraddirlo. Questi non ha nulla di servile. Il secondo figlio invece dice sì ma non lo fa. Lui è un figlio servile, compiacente. È ancora un adolescente immaturo che si accontenta di apparire. Infatti “chi dei due ha compiuto la volontà del padre?” senza ombra di dubbio, il secondo, però l’obbedienza non è questione di parole ma di fatti, quindi è il primo figlio che aveva obbedito. Come anche emerge nel brano Evangelico odierno, i veri obbedienti sono proprio i peccatori, perché si convertono e credono. Effettivamente disse Gesù, “in verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.” O padre, che per mezzo del tuo unico figlio hai fatto di noi una nuova creatura, guarda all’opera del tuo amore misericordioso, e con la venuta del Redentore salvaci dalle conseguenze del peccato. Amen.
L'abba disse che lui cominciava ogni giorno.
L'ELEZIONE DELL'ABATE Detesti i vizi, ami i fratelli. Anche quando deve correggere, agisca con prudenza e sia attento a non eccedere, perché non accada che a voler troppo raschiare la ruggine si rompa il vaso; abbia sempre presente la sua fragilità e ricordi che non si deve spezzare una canna incrinata (cf. Is 42,3; Mt 12,20). Con questo non vogliamo dire che debba permettere l'alimentarsi dei vizi, ma che usi prudenza e carità nello stroncarli, scegliendo il modo più adatto per ciascuno, come abbiamo già detto. E miri ad essere amato piuttosto che temuto.