Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
15 - 21 Maggio 2022
Tempo di Pasqua V, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Giovedì 19 maggio 2022

Rimanete nel mio amore.

Amare e sentirsi amati è una della aspirazioni più profonde, importanti ed urgenti nella vita di ogni essere umano e ciò sia nelle nostre mutue relazioni, sia soprattutto nei confronti del Signore. Il contrario è sempre motivo di un profondo ed insanabile malessere, che spesso degenera in depressione, solitudine e abbandono. L'amore che Cristo ci ha donato è il massimo che si potesse desiderare e sperare e ciò per due fondamentali ragioni: egli, come figlio di Dio, identificandosi con lui nella stessa natura, è la fonte inesauribile dell'amore; inoltre la sua testimonianza, offertaci con l'incarnazione e con la sua passione, morte, non poteva essere più grande e più evidente. Egli stesso ci offre la misura dell'amore quando afferma solennemente: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici». Egli ha dato la vita prima umiliandosi nella carne e poi soffrendo volontariamente l'immolazione sul patibolo della croce. Così egli ci ha immersi nuovamente nel cuore stesso di Dio, pagando con la sua vita il prezzo del nostro riscatto. Comprendiamo allora l'accorato appello che oggi Egli rivolge a tutti noi: «Rimanete nel mio amore», comprendiamo anche l'immensità e la perfezione di quell'amore: «Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi». Questo incalcolabile dono è la condizione indispensabile per vivere in comunione con Lui, ma è anche la forza interiore che ci consente di osservare i suoi comandamenti, non più per paura o timore, ma solo perché convinti che quanto egli ci propone è la cosa migliore per noi. Come l'amore che ci viene donato è della stessa natura e della stessa intensità con cui Padre e Figlio vivono l'intimità divina, così anche la nostra obbedienza a Cristo deve avere le stesse caratteristiche di quella praticata da Gesù nei confronti del Padre suo. Dalla consapevolezza di essere amati e dalla certezza di essere noi capaci di amare sgorga la vera gioia nel cuore dell'uomo: «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Quanto rammarico nel costatare invece le nostre angosce, le nostre infelicità, i nostri persistenti e interiori tormenti! Abbiamo dissertato l'amore e abbiamo spento la gioia. Riaccendiamola da Cristo.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Umiltà

A un fratello apparve il diavolo trasformato in angelo della luce e gli disse: Sono l'arcangelo Gabriele e sono stato inviato presso di te. Allora egli rispose: Vedi un po' se per caso non sei stato mandato presso qualcun altro; infatti non merito che mi si mandi un angelo. Da quel momento il diavolo scomparve.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

VESTI E CALZATURE DEI FRATELLI

Per l'arredamento del letto bastino un pagliericcio, una coperta leggera, una coperta di lana e il guanciale. Però i letti devono essere di frequente ispezionati dall'abate, per vedere se vi si nasconda qualcosa di proprietà privata. E se vi si trovasse qualcosa non ricevuta dall'abate, quel monaco sia sottoposto a gravissima punizione. E affinché sia estirpato fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate dia tutto ciò che è necessario, cioè: cocolla, tunica, calze, scarpe, cinturone, coltello, stilo, ago, fazzoletti, tavolette, in modo da togliere ogni pretesto di necessità. Tuttavia l'abate tenga sempre presente quel detto degli Atti degli Apostoli, che veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno (At 4,35). Così anche lui prenda in considerazione le necessità dei più deboli, non la cattiva volontà degli invidiosi; in ogni sua decisione pensi però al giudizio di Dio.

Cap.55,15-22.