«Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». La logica con cui alcuni nel vangelo di oggi si interrogano su Gesù, assomiglia molto a certe nostre deduzioni che suonano così: “se una cosa è davvero sensazionale allora deve stupirci, se è invece davanti ai nostri occhi allora non è nulla di speciale.” A volte siamo infatti convinti che le cose che contano nella vita ci arriveranno con qualche effetto speciale, ed è questo il motivo per cui ignoriamo invece l’essenziale. A chi non è mai capitato di accorgersi dell’importanza di una persona solo quando questa non c’è più? Gesù sembrava troppo “umano” per poter essere davvero il figlio di Dio. È questo lo scandalo che impedisce a queste persone di non riconoscere la sua divinità, Lui che era vero Dio e vero Uomo. Solo dopo, alcuni hanno ripensato a questa sua umanità, assunta per salvare il mondo, quando era già troppo tardi appunto, come quel Centurione che fece una bellissima confessione di fede, dopo l’ultimo respiro di Gesù sulla croce: davvero costui era figlio di Dio. Questa è la ragione per cui il tentativo di Gesù di spiegare questa cosa risulta invana: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Triste notare subito che la reazione della gente non è la conversione ma il rifiuto, hanno pensieri altrove, cercando chi sa cosa. Il tempo di quaresima è anche un momento opportuno per fare davvero l’esperienza dell’incontro con Gesù, una esperienza che ci cambia la vita.
Un anacoreta divenne vescovo. Pio e pacifico, non correggeva nessuno, sopportando con pazienza le colpe e i peccati di ciascuno. Ora, il suo economo non amministrava correttamente gli affari della Chiesa e alcuni vennero a dire al vescovo: «Perché non rimproveri questo economo così negligente?». Il vescovo differì il rimprovero. L'indomani gli accusatori dell'economo ritornarono dal vescovo, irritati contro di lui. Il vescovo, avvertito, si nascose in qualche parte e arrivando non lo trovarono. Lo cercarono a lungo, lo scoprirono alla fine e gli dissero: «Perché ti sei nascosto?». Egli rispose: «Perché ciò che sono riuscito ad ottenere in sessanta anni, a forza di pregare Dio, voi volete rubarmelo in due giorni».
QUALE DEVE ESSERE IL CELLERARIO DEL MONASTERO Se la comunità è numerosa gli si diano degli aiutanti, in modo che coadiuvato da loro possa adempiere l'ufficio assegnatogli senza perdere la pace dell'anima. Le cose da darsi e quelle da richiedersi si diano e si richiedano nelle ore stabilite, affinché nessuno si turbi o si rattristi nella casa di Dio.