Apriamo questa seconda settimana di quaresima con una esortazione molto interessante. “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”. Lo sappiamo, il vangelo di Luca viene chiamato vangelo della misericordia, perché più degli altri evangelisti, mette l’accento sulla misericordia. La misericordia diceva Manzoni è: un nobile sentimento di compassione attiva verso l’infelicità altrui, di solito promosso da una virtuosa inclinazione alla pietà o al perdono: aver misericordia di un povero infelice; Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia. La misericordia è consenquenza dell’amore, solo chi sa amare senza condizione sa anche perdonare. Infatti, siamo tutti bravi ad amare la parte migliore di qualcuno, ma la grande sfida dell’amore è sapere accettare l’altra faccia della medaglia dell’altro, le sue fatiche, i suoi limiti, le sue debolezze. In fondo questa è la logica di Dio chi ci perdona sempre perché ci ama come siamo. Alla luce del vangelo di oggi possiamo dire che facciamo fatica ad usare misericordia perché amiamo poco. Purtroppo, spesso, invece di usare misericordia, giudichiamo e Gesù ci dice: “Non giudicate e non sarete giudicati”. Difatti, l’antitetico dello sguardo di misericordia, è quello del giudizio, e senza giri di parole possiamo dire che ciò che blocca la vita di tante persone è che si sentono giudicati invece di essere amati. Quindi, finché guarderò l’altro con l’occhio del giudizio, non riuscirò mai ad amarlo, ma solo se smetto di guardarlo con giudizio, riuscirò anche a guarire dal sentimento di giudizio che mi acceca. Il giudizio mette sempre nella posizione della debolezza che viene dalla prepotenza, dalla condanna: “non condannate e non sarete condannati”. Sarebbe sempre meglio, prima di giudicare, che mettessimo prima di tutto la mano sulla coscienza. A quanti guai stiamo assistendo nelle nostre comunità, nelle famiglie, perché ormai sta prevalendo lo sguardo del giudizio? L’unica via d’uscita da questo modo di valutare è solo l’amore, che si concretizza nel perdono: “perdonate e vi sarà perdonato”. Fa riflettere quello che ci diceva il nostro professore di Etica: Dio perdona ma l’uomo no. Nella sua lettera circolare il nostro Abbate ci ha ricordato che: la quaresima è il tempo di vedere quanto abbiamo da perdonare e quanto di cui essere perdonati, un tempo di chiedere perdono e di offrirlo agli altri.
«Amare è far esistere l'altro, forse è ascoltarlo invece di parlare, ricevere da lui invece di voler dare. Forse egli aspetta che io abbia bisogno di lui».
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Ai Vespri si cantino ogni giorno quattro salmi, a partire dal 109 fino al 147, eccettuati quelli che si devono utilizzare per altre Ore, cioè dal salmo 117 al 127 e inoltre il 113 e il 142; tutti gli altri si dicano ai Vespri. E poiché verrebbero a mancare tre salmi, si devono dividere della serie suddetta i più lunghi, cioè il 138, il 143 e il 144; invece il salmo 116, dato che è molto breve, si unisca al 115. Stabilito così per i Vespri l'ordine dei salmi, tutto ciò che rimane, cioè la lettura, il responsorio, l'inno, il versetto e il cantico si compia come abbiamo indicato sopra.