Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perséguitano”. A prima vista ci viene in mente una domanda spontanea, chi mai ci arriverà? Senza dubbio il vangelo di oggi ci mette tutti in crisi. Infatti, quanto è difficile amare davvero, soprattutto chi non ci vuole bene, per non dire il nemico. Ma fa riflettere molto la spiritualità cristiana orientale, per loro la vera maturità la si misura con la compassione: “bisogna imparare ad avere così tanta compassione fino al punto da sentirla anche nei confronti del diavolo”. E quasi inimmaginabile, impossibile, ma è Gesù che ce lo chiede: “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”. Amare è un impegno serio che non può essere vissuto con superficialità, ma ci deve coinvolgere integralmente cioè amare l’altro come se stesso, anche se a volte ci costa un occhio della testa. L’amore è sempre amore per la verità, ma è anche sempre amore per il volto di chi ho accanto, pur se non la pensa come me. Infatti le parole di Gesù fano molto riflettere quando dice che non si può amare Dio che si vede e odiare il nostro prossimo, che ci sta accanto. Quindi il Vangelo ci invita ad una grande passione. La passione per il dialogo che sta venendo meno purtroppo nelle nostre comunità religiosa, nelle nostre famiglie ma anche nella Chiesa. E inutile elencare qui le conseguenze di questo terribile cancro. La passione per l’altro, per piccoli, per i poveri, per il diverso. “Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?”. Ma noi siamo chiamati ad essere come il Padre: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Ma come ci possiamo arrivare con i nostri limiti? Siamo chiamati alla conversione continua nonostante le nostre cadute e questo cammino quaresimale ci sta aiutando a fare un’analisi seria del nostro essere cristiani. Cadendo e alzandosi si impara a salire.
«Un giovane fratello fu inviato dal suo anziano da un certo fratello che aveva un giardino al Sinai per prendere qualche frutto per il suo abba. Quando giunse al giardino, disse al fratello che ne era il proprietario: "Padre, il mio anziano mi ha chiesto se hai qualche frutto?". Gli disse: "Si, figlio mio, tutto ciò che vuoi è là; prendi quello che ti serve". E il giovane monaco disse: "Forse c'è qui la misericordia di Dio, padre?". Quando quel fratello udì questa parola, rimase pensieroso, con gli occhi a terra e disse al giovane: "Cosa hai detto figlio mio?". Il giovane ripeté: "Padre, ho detto: Forse c'è qui la misericordia di Dio, padre?". E nuovamente per la terza volta il fratello gli pose la stessa domanda. Il proprietario del giardino rimase per un momento in silenzio, non sapendo cosa rispondere al giovane, e poi con un sospiro disse: "Dio ci aiuti, figlio mio!". E lasciando all'istante il giovane, prese la sua melote e andò nel deserto, abbandonando il giardino e dicendo: "Andiamo a cercare la misericordia di Dio. Se un giovane mi ha interrogato senza che io potessi dargli una risposta, che cosa farò quando sarò interrogato da Dio?"»
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI A Prima del lunedì si dicano tre salmi, cioè l'1, il 2 e il 6; e così fino alla domenica a Prima si recitino ogni giorno tre salmi di seguito fino al 19, ricordandosi di dividere in due parti i salmi 9 e 17. In tal modo alle Vigilie della domenica si comincerà sempre con il salmo 20. A Terza, Sesta e Nona del lunedì si dicano le rimanenti nove strofe del salmo 118, tre strofe per ciascuna Ora.