Durante la liturgie del tempo di Avvento succede che i brani del vangelo si ripetano e quindi è doveroso proporre come riflessione aspetti particolari per ampliare la nostra conoscenza. Mi piace sottolineare nel brano attuale la frase di Elisabetta che improvvisamente si vede dinanzi la Madre del Signore. Lei ha avuto una comunicazione dallo Spirito di Dio di ciò che è avvenuto in Maria. La chiama: Madre del mio Signore. Maria viene a portare il suo aiuto, il suo conforto a una persona anziana che si trova a dover affrontare una maternità con tutto ciò che essa comporta: parto, custodia del neonato, educazione e guida a un bambino prodigioso. Penso che tante mamme attuali vorrebbero la presenza della Madonna nella loro casa. Un desiderio quanto mai legittimo e buono il cui avveramento non è poi impossibile. In tante famiglie manca la pace, la preoccupazione dell’avvenire dei figli diventa un tormento, in molte la questione economica è asfissiante, la salute dei genitori e dei figli diventa motivo di agitazione, figli adulti che non prendono una decisione e trascinano la loro esistenza in casa dei genitori creano problemi, coppie tanto desiderose di prole, deluse nello loro aspettative... Quanti problemi. La visita della Madonna in queste famiglie porterebbe equilibrio, ponderazione e fiducia nell’affrontare i problemi. Vale a dire una devozione amorosa verso Maria darebbe conforto e nello stesso tempo una valutazione più serena delle difficoltà e quindi una soluzione più fiduciosa. San Giovanni XXIII, cardinale di Venezia, quando aveva qualche difficoltà si ripeteva: Lo dirò al papa. Una volta eletto Papa: inconsciamente si ripeteva: Lo dirò al pa..! Ma il papa sono io!... Allora lo dirò al Signore! Così voi, coniugi, nelle vostre angustie, ditevi: Lo diremo alla Madonna! Vi sentirete tranquillizzati. :)
Il padre Teodoro racconto: "Quando ero più giovane, ho abitato nel deserto. Un giorno andai al forno per fare due pani, ritrovai un fratello che voleva fare del pane, ma non aveva nessuno che gli desse una mano. Lasciai allora i miei pani per aiutarlo. Ma, appena fui libero, giunse un altro fratello, e ancora gli diedi una mano e feci i pani per lui. Quindi ne giunse un terzo e feci altrettanto, così per tutti quelli che venivano al forno della comunità: feci in tal modo sei infornate di pani. Infine, quando non venne più nessuno, feci i miei due pani".
I PORTINAI DEL MONASTERO Il monastero poi, se è possibile, deve essere organizzato in modo da avere all'interno tutto ciò che è necessario: cioè l'acqua, il mulino, l'orto, le officine per i diversi mestieri; cosicché i monaci non abbiano necessità di andar fuori, cosa questa che non giova affatto alle loro anime.
Vogliamo infine che questa Regola sia letta spesso in comunità, perché nessun fratello possa addurre il pretesto di non conoscerla.