E' frequente per l'uomo la tentazione di cercare la salvezza ricorrendo agli umani artifìci: il re Acaz ha immolato il proprio figlio agli dèi pagani, convinto di garantirsi così un futuro prospero e sicuro per il proprio regno, ma la garanzia del futuro non consiste in questo, protesta il profeta Isaia. I segni e i progetti di Dio trascendono di gran lunga le attese degli uomini; Egli ci sorprende e ci stupisce preannunciando, per bocca del profeta prima e poi con l'annuncio del suo Angelo, l'avvento e la nascita di un bimbo da una vergine: nella nascita prodigiosa del figlio di Dio e nella sua immolazione sulla croce sarà riposta la vera salvezza dell'umanità, in quella nascita sperimenteremo la presenza del Signore tra noi e in lui riponiamo la nostra speranza. Il Figlio sarà immolato, ma non a dèi pagani, ma al vero Dio, che da quella morte farà scaturire la salvezza universale. In questo contesto scopriamo la sublimità del ruolo che lo stesso Dio affida alla Vergine Maria; così lei entra a pieno titolo nella nostra storia come vergine e madre feconda.
L'abba disse: "non vi è virtù così grande come il non disprezzare".
I PORTINAI DEL MONASTERO Alla porta del monastero sia posto un fratello anziano saggio, capace di ricevere e dare una risposta e la cui età avanzata non gli permetta di andar vagando qua e là. Il portinaio deve avere la sua cella vicino alla porta, perché chi arriva al monastero trovi sempre uno pronto a dare una risposta. E appena qualcuno bussa o un povero chiama, egli dica subito Deo gratias oppure Benedic; e con tutta la dolcezza suggerita dal timor di Dio dia la risposta prontamente con fervore di carità. Se il portinaio ha bisogno di aiuto, gli si dia un fratello più giovane.