Tutta la storia d'Israele è percorsa dal susseguirsi di voci di profeti, messaggeri di Dio, araldi della sua parola, uomini che parlano al popolo in suo nome, che preannunziano tempi futuri, che hanno il compito di preparare la strada per gli interventi diretti del Signore. Sono definiti "voce" dell'Altissimo. È quanto dice di sé anche Giovanni Battista, il protagonista di questa gioiosa domenica di avvento. "Voce di uno che grida nel deserto...". Isaia esulta nel raccontare la sua speciale vocazione e le eccezionali virtù di cui lo Spirito del Signore Dio lo ha rivestito. Giovanni Battista ha esultato ed è stato pervaso dallo steso Spirito sin dal seno materno, da quando la Madre del Signore incontrò Elisabetta, già al sesto mese. L'importanza della missione voluta da Dio stesso e la certezza della speciale protezione divina per il prescelto, non solo sono garanzia e suggello di vittoria finale, ma costituiscono motivo di grande gioia per tutto il popolo. Gli interventi divini infatti hanno sempre il fine ultimo di ricondurre all'ovile i dispersi, di redimere, di perdonare, di muovere alla conversione, di portare a tutti la salvezza. Ecco perché già oggi, domenica in "gaudere", siamo tutti invitati a rallegrarci nel Signore, quasi godendo anticipatamente della gioia del santo natale. San Paolo opportunamente ci suggerisce i comportamenti che possono garantirci la gioia vera, santa e soprattutto durevole: "Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male". Sono le semplici ed essenziali regole di vita cristiana. Una consapevolezza ci muove alla speranza: è Dio con noi l'autore primo della nostra santificazione: "Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo". È la stessa via che additava con la forza della voce e dell'esempio il Precursore del Signore. Egli si presenta in tutta umiltà e verità, senza deviare, a svolgere il suo ruolo di testimone della luce. Invita a rendere diritta la via del Signore. Le umane storture infatti rendono inefficace l'azione divina. Raddrizzare la via significa convertirsi, significa ritrovare la strada diritta, quella che conduce al presepio, e ci fa prostrare umili ed esultanti, dinanzi al Re Bambino.
L'abba disse che lui cominciava ogni giorno.
L'ELEZIONE DELL'ABATE Detesti i vizi, ami i fratelli. Anche quando deve correggere, agisca con prudenza e sia attento a non eccedere, perché non accada che a voler troppo raschiare la ruggine si rompa il vaso; abbia sempre presente la sua fragilità e ricordi che non si deve spezzare una canna incrinata (cf. Is 42,3; Mt 12,20). Con questo non vogliamo dire che debba permettere l'alimentarsi dei vizi, ma che usi prudenza e carità nello stroncarli, scegliendo il modo più adatto per ciascuno, come abbiamo già detto. E miri ad essere amato piuttosto che temuto.