Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
15 - 21 Novembre 2020
Tempo Ordinario XXXIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno II, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Mercoledì 18 novembre 2020

Non volgiamo che costui regni su di noi.

La parabola biblica che leggiamo oggi è molto simile a quella dei talenti, raccontata da Matteo e Marco. Qui i talenti diventano monete, ma stanno a significare sempre i doni di Dio da mettere laboriosamente a frutto. Come non è lecito mettere sotterra l'unico talento ricevuto, è sbagliato e peccaminoso nascondere la moneta d'oro nel fazzoletto. Un'altra nota comune la rileviamo nel fatto che sia il servo del talento che quello della moneta, non sono capaci di amore, vivono nella paura e ciò li induce a nascondere il dono ricevuto e poi a incolpare il padrone per il mancato profitto. Anche i nostri progenitori, dopo il primo peccato, furono presi dalla paura e si nascosero allo sguardo di Dio: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Noi, pur dovendoci definire servi inutili, dobbiamo entrare in intima comunione di amore con il nostro Dio, per far sì che il nostro servizio diventi espressione di lode e di gratitudine. Talvolta ci abbaglia la falsa modèstia, che oscura i valori delle grazie ricevute e ci induce alla pigrizia. Non ci dovrebbe impressionare negativamente neanche il fatto che il padrone che ci affida le mine debba ricevere un titolo regale e voglia regnare su di noi perché il suo regno è regno di amore, di giustizia e di pace. Speriamo poi di non far parte mai e poi mai del coro blasfemo che, rivolto a Cristo, Figlio di Dio, Redentore del mondo, grida: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi". Dovremmo chiederci: "Se non regna il Signore, chi regnerà su di noi". Se non operiamo per la vita eterna vale la pena affannarci tanto per il breve tempo che ci è dato di vivere in questo mondo? Quando perdiamo di vista l'eternità tutto ci diventa angusto e povero, tutto diventa difficile da vivere e da sopportare. Gli spazzi dello spirito davvero non hanno confini se non siamo noi a limitarli. Se alle nostre azioni quotidiane non diamo delle finalità che trascendano quelle più immediate, è facile che ci possa capitare di mettere sotto terra il nostro prezioso talento o nascondere nel fazzoletto la nostra unica mina. Come è facile ed assurdo cadere nella tentazione di pensare di arricchirci di cose e poi perdere la vera ricchezza che impreziosisce tutta la nostra esistenza...


Apoftegmi - Detti dei Padri

Umiltà

A un fratello apparve il diavolo trasformato in angelo della luce e gli disse: Sono l'arcangelo Gabriele e sono stato inviato presso di te. Allora egli rispose: Vedi un po' se per caso non sei stato mandato presso qualcun altro; infatti non merito che mi si mandi un angelo. Da quel momento il diavolo scomparve.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

VESTI E CALZATURE DEI FRATELLI

Per l'arredamento del letto bastino un pagliericcio, una coperta leggera, una coperta di lana e il guanciale. Però i letti devono essere di frequente ispezionati dall'abate, per vedere se vi si nasconda qualcosa di proprietà privata. E se vi si trovasse qualcosa non ricevuta dall'abate, quel monaco sia sottoposto a gravissima punizione. E affinché sia estirpato fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate dia tutto ciò che è necessario, cioè: cocolla, tunica, calze, scarpe, cinturone, coltello, stilo, ago, fazzoletti, tavolette, in modo da togliere ogni pretesto di necessità. Tuttavia l'abate tenga sempre presente quel detto degli Atti degli Apostoli, che veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno (At 4,35). Così anche lui prenda in considerazione le necessità dei più deboli, non la cattiva volontà degli invidiosi; in ogni sua decisione pensi però al giudizio di Dio.

Cap.55,15-22.