Come le dieci vergini del Vangelo di questa Domenica, anche noi siamo in attesa dell'arrivo dello Sposo. È l'attesa della beata speranza e del nostro Salvatore, Gesù Cristo. Egli arriva quando meno ce l'aspettiamo, anche nel cuore della notte. E noi non conosciamo né il momento né l'ora. Siamo perciò sollecitati a vegliare, ad attendere con la lucerna accesa e con il buon rifornimento dell'olio della fede. La vigilanza deve essere urgente e assidua, sia per l'importanza dell'incontro, sia per il rischio, sempre attuale, di restare senza olio. Nulla di ciò che ci è dato in dono è definitivo per noi. Dobbiamo far fruttificare i talenti, dobbiamo alimentare la lampada. Dobbiamo essere sempre desti, vivificati dalla grazia divina. Tutta la nostra vita la viviamo in prospettiva di un incontro finale e gioioso; viviamo nella speranza di poter celebrare le nostre nozze eterne con Cristo nostro Sposo. È incalcolabile ed irreparabile il danno che potremmo subire a causa di un colpevole ritardo. Quando è indispensabile essere nella luce per incontrare la Luce, la mancanza di olio potrebbe risultare fatale. Innumerevoli volte nel corso della vita terrena il Signore interviene generosamente a rifornire le nostre lampade quando le ha viste spente o senza olio. Poi arriva il momento in cui dobbiamo rendere conto di tutti i doni, soprattutto del dono della fede. Come la sapienza cristiana s'identifica con la saggezza e la previdenza delle cinque vergini che hanno preso con se l'olio, così la stoltezza ci assomiglia alla cinque stolte, che hanno sì, preso con se le lampade, ma non si sono rifornite di olio sufficiente. Ciò ci fa pensare a tanti che dicono di credere, ma non agiscono in conformità alla fede che professano. Così la lampada lentamente si spegne perché non rifornita a sufficienza. Viene da pensare anche a coloro che abusano del tempo e con ottusità non ne considerano la fine. Vivono come se la loro fissa ed ultima dimora dovesse essere per sempre quaggiù. È inevitabile poi che si trovino impreparati quando il grido di amore dello sposo che sopraggiunge, ci trova al buio, impreparati, distratti. È molto triste la sorte delle cinque stolte e di tutti i ritardatari; si sentono dire dallo sposo quando bussano alla porta del banchetto nuziale: «In verità vi dico: non vi conosco». Se, alla luce della fede, pensiamo alla fine della nostra vita, coma ad un incontro con lo Sposo, ad una celebrazione pasquale, ad un invito alle nozze eterne, possiamo fugare la paura, alimentare la nostra speranza e far ardere costantemente la nostra fede, non resteremo mai al buio, ma saremo figli della luce.
Signore, abbi pietà di me peccatore!
I FRATELLI CHE NON VANNO MOLTO LONTANO I fratelli che sono inviati fuori per una qualsiasi incombenza e prevedono di poter ritornare al monastero in giornata, non ardiscano mangiare fuori, anche se sono invitati con insistenza da qualcuno, a meno che non abbiano l'autorizzazione dal loro abate. Se agiranno diversamente, siano scomunicati.