Signore, tu dici questo per noi o per tutti? Il più sottile pericolo per gli uditori della parola di Dio è di ritenerla indirizzata agli altri. La si lascia andare perché "non è per me", perché "io non sono di quelli". Ora invece, dice Gesù, la Parola è rivolta a tutti e interpella personalmente ciascuno: ti coglie così come sei, ed esige da te in proporzione di quanto ti dona. Tanto più sarà esigente verso coloro che hanno ricevuto responsabilità di guida. Questo Dio «ladro», che cioè viene inatteso ed esigente, è tale da dover impensierire l'uomo, mettendo in serio pericolo tutte le sue riposte e garantite casseforti. L'atteggiamento della vigilanza è proprio dei servi. Costoro, dei beni ricevuti non fanno un guadagno ma un deposito da far fruttare, un germe da gettare perché dia frutto secondo la carica vitale insita in esso. Noi credenti (o cristiani) che abbiamo incontrato Dio in Gesù Cristo, ci troviamo impegnati nell'opera immane, l'opera della fede, di rispondere attivamente, di cooperare al pieno svelamento della salvezza di Dio messasi a disposizione degli uomini. Abbiamo ricevuto tanto. Rispondiamo con altretTANTO.
Un fratello interrogò un anziano: «Che fare? Una moltitudine di pensieri mi fa guerra e non so come resistere». Disse l'anziano: «Non lottare mai contro tutti, ma contro uno solo. Poiché tutti i pensieri degli uomini hanno una testa sola. Bisogna dunque esaminare quale sia realmente quell'unico pensiero e quale la sua natura, poi lottare contro di esso. Allora tutti gli altri pensieri perderanno la loro forza».
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA Quando è l'ora dell'Ufficio divino, appena si sente il segnale, si lasci subito quanto si ha tra le mani e si corra con la massima sollecitudine, ma sempre con gravità, per non dare adito alla leggerezza. Nulla quindi si anteponga all'Opera di Dio. Se qualcuno alle Vigilie notturne arriverà dopo il Gloria del salmo 94 - che appunto per questo vogliamo sia detto in modo molto pacato e lento - non occupi in coro il posto suo, ma se ne stia all'ultimo oppure in disparte, in un posto che l'abate avrà destinato proprio per tali ritardatari, in modo che sia visto da lui e da tutti, fino a che, terminato l'Ufficio divino, dia soddisfazione con una pubblica penitenza.