Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
24 - 30 Maggio 2020
Tempo di Pasqua VII, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Lunedì 25 maggio 2020

Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo.

Le parole dei discepoli sono piene ora di buone intenzioni, perché ritengono di aver capito che Gesù sta parlando chiaramente, senza ricorrere a immagini. Essi sono giunti a riconoscere che Gesù sa tutto, cioè legge nell'intimo di ciascuno, e su questo fatto basano la loro fede. "Per questo crediamo che sei venuto da Dio". Con garbata ironia Gesù commenta questa loro espressione di fede, ponendola in dubbio. "Adesso credete?". Quando la nostra fede è più umanamente baldanzosa e non è sufficientemente basata su Dio, è più vicina a venir meno, come nel caso dei discepoli. La vicinanza di un uomo straordinario, che sa tutto e che ci sa rispondere su tutto, non è fede, ma illusione. La fede, invece, non è questa: si dovrebbe sapere che, finché siamo pellegrini su questa terra, si vive nell'oscurità. Si crede anche senza sicurezza di vedere qualcosa di certo. "Ecco, viene l'ora, ed è giunta, in cui vi disperderete, ciascuno alle proprie case, e mi lascerete solo". Gli apostoli non erano ancora preparati a questo, e perciò il Cristo predice il loro smarrimento: perché nel loro entusiasmo c'era ancora qualcosa di infantile. Infatti quando il loro Maestro sarà catturato, processato e mandato a morte, tutto crollerà. "Ma io non sono solo, perché il Padre è con me". L'evangelista non accenna a un abbandono da parte del Padre, che è sempre con il Figlio, anche nell'ora più oscura. Proprio in ciò sta la serena sicurezza con la quale Gesù va incontro alla sua prova, anzi si propone ai suoi: "Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo". Si tratta dunque di assumere le cose del mondo come sono e di viverle, animandole di speranza. Con queste ultime parole, rivolte ai discepoli, Gesù mostra la sua suprema padronanza nell'ora fosca che si avvicina, inculcando ai suoi fiducia in lui, non come lo avevano pensato prima, un vittorioso, ma non uno sconfitto. E "chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù, il crocifisso, è il figlio di Dio?".


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Hor disse al suo discepolo: Bada di non portare mai in questa cella le parole di un altro.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI

Allora se, dopo matura riflessione, promette di osservare tutto e di obbedire a ogni comando che riceverà, sia accolto nella comunità, ben sapendo che anche l'autorità della Regola stabilisce che da quel momento non gli è più lecito uscire dal monastero, né scuotere il collo dal giogo della Regola che in sì lungo periodo di riflessione era libero di rifiutare o di accettare.

Cap.58,14-16.