Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Gennaio - 01 Febbraio 2020
Tempo Ordinario III, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Venerdì 31 gennaio 2020

«Così è il regno di Dio».

È difficile per noi frettolosi, amanti dei primati, delle grandezze, del tutto e subito, immersi come siamo in un mondo che accelera in continuità i ritmi della vita fino a rischiare la frenesia, comprende la pazienza del buon Dio, le sue lunghe attese, i suoi silenzi, le sue apparenti fragilità, i suoi misteriosi progetti. Dovendo quindi descrivere il Regno di Dio, dell’onnipotente, noi siamo tentati di voler sentire e di stupirci delle sue meraviglie, della sua infinita potenza, a contemplare la sua forza invincibile. Vorremmo che il suo dominio, non avesse confini e il suo primato non conoscesse avversari, che nulla potesse condizionarlo. Invece Egli ci sbalordisce principalmente per la sua umiltà. Ecco il pensiero con cui Gesù vuole descrivere non un potente regno umano, ma quello eterno, divino: il regno di Dio. “È come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa”. Ancora più disarmante è la seconda immagine del Regno: “È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto”. Un regno che è come un seme, un seme piccolo, ma che ha in sé in germe la potenzialità infinita di Dio stesso. Posiamo ricordare la creazione: “Egli ha detto, e tutto è stato fatto; comanda e tutto esiste”. Possiamo ricordare l’incarnazione: nasce un bambino, avvolto in fasce e posto in una mangiatoia. Posiamo ricordare la passione, morte e risurrezione di Gesù, la potenza infinita inchiodata ad un patibolo. Possiamo immergerci nel piccolo di una piccola ostia consacrata; realtà umane che in modo eloquente ci convincono però che la presunzione umana ha bisogno dell’umiltà di Dio per riscoprire la propria vera grandezza e anelare a Regno che ci attende e che già possiamo “sentire” nel quotidiano nei piccoli semi della grazia divina.


Apoftegmi - Detti dei Padri

O uomo, non giudicare le azioni di tutti gli uomini dalla tua propria situazione, e non pesare la loro condotta con la bilancia della tua debolezza. Se desideri, inizia con la speranza, e sarai aiutato. Non essere incredulo per non essere abbandonato anche da colui che in te semina queste cose.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Non soddisfare i desideri della carne. Odiare la propria volontà. Obbedire in tutto ai comandi dell'abate, anche se egli - che Dio non voglia! - agisse diversamente, memori di quel precetto del Signore: «Fate quello che dicono, ma non fate quello che fanno» (Mt 23,3). Non voler esser ritenuto santo prima di esserlo, ma prima esserlo perché lo si possa dire con più verità. Adempiere ogni giorno con i fatti i comandamenti di Dio. Amare la castità.

Cap.4,59-64.