Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
19 - 25 Gennaio 2020
Tempo Ordinario II, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Mercoledì 22 gennaio 2020

Con il sasso e con la fionda!

Davide fulvo, con begli occhi e bello di aspetto, a preferenza dei suoi fratelli tutti più vigorosi e appariscenti, viene scelto e unto Re da Samuele. Subito deve affrontare una prova umanamente impari. Un gigante guerriero dei Filistei, ritenuto imbattibile, lancia la sfida”. Davide è un ragazzo! Ma impavido dice: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai sfidato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani». «Nessuno si perda d'animo. Il Signore mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». La fede rende forte e sicuro Davide: «Il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia». Probabilmente è lo stesso Davide che in un salmo così canta al Signore: «Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre». Nel Vangelo è Gesù che con fermezza e sapienza sconfigge i soliti scribi e farisei: essi insistono sulla presunta violazione del giorno di Sabato e Gesù li smentisce clamorosamente prima con una domanda: «È lecito in giorno di festa fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?» e poi, svelando e mortificando la loro cecità e durezza di cuore, disse all'uomo che aveva una mano paralizzata: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. La risposta assurda e maligna è indice di una inguaribile e ostinata cecità: i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire.


Nel nostro Monastero San Vincenzo MARTIRE, Sol. Formulario proprio.

Apoftegmi - Detti dei Padri

"Un fratello chiese ad un anziano: 'Come trovare il Nome del mio Signore Gesù Cristo?'. L'anziano gli disse: 'Se tu non ami prima la fatica, non puoi trovarlo'".

Si giunge, paradossalmente, ad amare la fatica, non in sé, ma guardando alla meta.

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Sappia l'abate che si è assunto l'incarico di guidare le anime e perciò deve prepararsi a renderne conto; e di quanti fratelli egli sa affidati alle sue cure, sia ben certo che nel giorno del giudizio dovrà appunto rendere conto a Dio di tutte e singole queste anime, compresa naturalmente la sua. E così, nel continuo timore dell'esame che, quale pastore, subirà circa le anime a lui affidate, mentre si dà pensiero per il rendiconto altrui, si fa sollecito per il proprio; e mentre con i suoi ammonimenti bada alla correzione degli altri, egli stesso viene emendandosi dei propri difetti.

Cap.2,37-40.