Ritorniamo oggi, dopo la festa di San Benedetto ieri, che ha interrotto il racconto della Genesi, ritorniamo alla storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe. La Scrittura ci fa vivere oggi il commovente incontro tra il Padre e il suo figlio. Tanto dolore, tanta sofferenza dovuta alla cattiveria umana; tanta gioia, immensa consolazione per la bontà del Signore che tutto ordina al bene, anche le malvagità dell'uomo. Mentre leggiamo con gioia questo brano e esultiamo insieme con Giacobbe e Giuseppe, il nostro pensiero non può non andare allo strazio di tanti cuori di padri e di madri che si vedono portare via i figli sia dalla morte sia ancora dalla barbarie umana, qualche volta pure legalizzata. Nel cuore sorge una preghiera perché la gioia del vecchio Giacobbe possa rallegrare anche tanti cuori lacerati, colpiti negli affetti più cari. Il brano del vangelo tratto da Matteo prepara i discepoli del Signore alla loro missione: "Ecco: io vi mando in mezzo ai lupi...". La storia della Chiesa di ieri e di oggi conferma quanto il Signore aveva preannunciato. La persecuzione per quanti lo seguono ha una continuità senza intervalli. Essa a volte è violenta e fa dei martiri; altre volte tende a demolire le coscienze, con il fine di sopprimere la fede nel Cristo risorto e nelle verità eterne... Si manifesta nella vita sociale... non risparmia la vita familiare. Un odio cieco, vorrei dire satanico, trasforma le relazioni naturali di affetto in sentimenti di avversione impensabile fino al punto che "il fratello darà a morte il fratello, il padre il figlio...". Si rimane stupiti come l'accoglienza della fede in Gesù Salvatore, promulgatore della legge di amore, possa scatenare tanto odio... E' l'ora delle tenebre... Ma Dio non lascia i suoi nella debolezza... Il suo Spirito li sosterrà e difenderà dinanzi a tribunali... E poi... "chi persevererà fino alla fine sarà salvato". Giunga una parola di conforto e di incoraggiamento ai tanti fratelli e sorelle che anche nell'ambito delle pareti domestiche devono sostenere contrarietà e vessazioni per la loro fedeltà al Signore.
Si sa che se qualcuno prende in mano dell'olio per ungere un infermo prima ne gode lui stesso. La stessa cosa con avviene nella preghiera di intercessione.
VARIE SPECIE DI MONACI E LORO VITA La terza specie di monaci, detestabile sotto ogni punto di vista, è quella dei sarabaiti; i quali, non provati da alcuna regola né educati dall'esperienza come oro nella fornace, ma resi molli come piombo, mentre con le loro opere restano fedeli al mondo, mostrano con la tonsura di mentire a Dio. Essi, a due a due, a tre a tre, o anche da soli, senza pastore, chiusi non negli ovili del Signore ma nei propri, hanno per legge l'appagamento dei loro desideri; poiché tutto ciò che pensano o scelgono lo dichiarano santo, e ciò che non vogliono lo ritengono illecito.