"Oggi la Chiesa celebra la Santissima Passione; lo sguardo s'innalza al Crocifisso. C'è bisogno di spazi e di silenzio per contemplare e bene fare la meditazione della Passione in comunità, ma necessita prima di vivere una contemplazione personale, intima, nella propria casa e nel proprio cuore, perché l'anima l'ami e viva intensamente anche quella comunitaria. I dolori inenarrabili del Cristo, l'uomo non potrà mai conoscerli in tutta la sua essenza. Ma la sua meditazione ci aiuterà ad aver maggior conoscenza. Se non si meditano i Santi Dolori, la Santissima Passione, non si conosce Gesù Cristo. Dalla croce cercavo consolatori; ancor oggi ne sono alla ricerca. Noi, confortando Cristo, ci facciamo angeli che giungono ai tanti crocifissi, che sulla terra penano e attendono la carezza, il bacio, l'abbraccio. Quanto l'amore aiuta a portare tanto peso, quanta forza dà alla croce! La Chiesa guarda alla Risurrezione e fa bene: essa è il fulcro, il fine ultimo, di cui la Passione ne porta il frutto. Ma se non c'è accoglienza della Croce, se non c'è meditazione e partecipazione ai dolori non c'è Risurrezione. La Passione è il prezzo con cui Gesù ha pagato il nostro riscatto. "Passione" perché è l'estremo della intensità del sentimento con cui egli ha vissuto il dolore. Ci ha amato patendo. Ci ha riscattati nell'ardore di un dolore estremo.
È un onore, un vanto, soffrire con Cristo.
Disse un anziano: «L'umiltà non è uno dei piatti del festino, ma il condimento che insaporisce tutti i piatti».
CHE NESSUNO PARLI DOPO COMPIETA In ogni momento i monaci devono coltivare il silenzio, ma soprattutto nelle ore notturne. Perciò in tutti i tempi, sia nei giorni di digiuno che nei giorni del doppio pasto, ci si regoli così: se è un giorno in cui c'è il pranzo, i fratelli, appena alzatisi da cena, si riuniscano tutti insieme e uno legga le Collazioni o le Vite dei Padri o altro testo che edifichi chi ascolta; ma non i primi sette libri della Bibbia o i libri dei Re, perché alle menti deboli non sarebbe utile udire a tale ora queste parti della Scrittura, le quali tuttavia si devono leggere in altri momenti. Se invece è giorno di digiuno, dopo la celebrazione dei Vespri, fatto un breve intervallo, si riuniscano subito per la lettura delle Collazioni, come abbiamo detto sopra; se ne leggano quattro o cinque fogli o quanto l'ora permette, per dare modo a tutti, durante il tempo della lettura, di radunarsi insieme, anche quelli occupati in qualche ufficio loro assegnato.