Gesù in molti modi e costantemente manifestava la sua grandezza e l'autenticità della sua missione, anche con la forza della Parola. Ancora dodicenne aveva stupito i dottori nel tempio per la sua sapienza. La gente semplice avvertiva che “Egli insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. Aveva interrogato i suoi sulla via di Damasco: "Chi dice la gente che io sia?". La risposta degli apostoli e sostanzialmente identica a quella che leggiamo nel vangelo di oggi: "Alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?". Era però dominate in moti lo stupore e l’ammirazione. Per questo l'ordine di arrestarlo non viene eseguito dalle guardie: "Nessuno mise le mani su di lui". Danno anche la motivazione: «Mai un uomo ha parlato così!». Appare poi la figura di Nicodemo, difensore solitario di Gesù; egli si appella ad un principio di giustizia: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Se facessimo una indagine, anche limitata al nostro mondo così detto cristiano cattolico, anche ai nostri giorni sentiremo le stesse alterne risposte. Sicuramente sappiamo che come allora, non mancano propositi di violenza e reali persecuzioni. Si sta ancora puntualmente avverando quanto lo stesso Gesù aveva predetto: "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi". Anche a noi però non manca la forza dello Spirito Santo e la certezza della parola: "Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi". Così la Chiesa, i credenti di oggi e di sempre sperimentano donde viene la sua vera ricchezza e la sua perenne vitalità: “Il sangue dei martiri, diceva Tertulliano, è seme di nuovi cristiani”. Questa verità sgorga dalla croce, dal martirio di Gesù ed e sempre vera anche a livello personale; la nostra croce rende feconda la nostra vita.
I sacrifici di oggi uniscili al sacrificio della Croce.
Un fratello si recò presso un anziano che abitava al Monte Sinai e gli domandò: «Padre, dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio». L'anziano gli disse: «Figliuolo, io quando prego parlo così: Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato».
I SETTIMANARI DI CUCINA Chi sta per uscire di settimana, il sabato faccia le pulizie; lavi i panni con cui i fratelli si asciugano le mani e i piedi; tanto poi chi finisce quanto chi inizia il turno lavi i piedi a tutti. Chi esce di settimana riconsegni puliti e in buono stato gli utensili del suo ufficio al cellerario, e questi a sua volta li consegni al fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve. Un'ora prima della refezione i settimanari prendano, oltre la razione stabilita, un bicchiere di vino e un po' di pane per ciascuno, perché all'ora del pasto possano servire i fratelli senza lamentele e senza eccessiva fatica; nei giorni festivi però attendano sino alla fine della Messa.