Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
21 - 27 Gennaio 2018
Tempo Ordinario III, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Lunedì 22 gennaio 2018

...ma sta per finire...

Gesù è nella Giudea, già la sua fama si sta diffondendo e da Gerusalemme, dal cuore della Giudea, arrivano degli scribi per contrastarlo. Si arriva persino a dire che Egli opera in nome del nemico che vuole combattere. Il momento è critico. Alla popolarità di chi ha già ricevuto tanti benefici da Gesù, si aggiunge subito una reazione opposta, piena di sospetto e di ipocrisia. Importante è l'atteggiamento stesso di Gesù. Non si lascia impaurire, non risponde con le stesse armi di chi lo combatte. Chiama a sé chi lo critica così aspramente, non per vendicarsi, non per annullare questi avversari. Egli preferisce il dialogo, il confronto aperto e sereno, l'insegnamento fondato sulla ragione che porta ad una migliore conoscenza di Lui e del suo messaggio. Un messaggio di amore e di perdono, in contrasto con il clima che si andava a determinare attorno a Lui. Gesù è il primo ad essere disponibile al perdono; Egli non chiede altro che entrare in quei cuori così duri. Anche l'episodio di oggi ci esorta a considerare non solo le parole di Gesù, ma anche il suo atteggiamento. Scopriremo, sempre, la coerenza tra il suo agire, franco e sereno, e le sue parole e l'insegnamento, così profonde. Il suo messaggio diventa, quindi norma di vita: perdòno ed amore, le caratteristiche del vero cristiano.


Nel nostro Monastero di Bassano Romano: solennità del santo diacono e martire San Vincenzo, Patrono della chiesa e del monastero.

Apoftegmi - Detti dei Padri

"Un fratello chiese ad un anziano: 'Come trovare il Nome del mio Signore Gesù Cristo?'. L'anziano gli disse: 'Se tu non ami prima la fatica, non puoi trovarlo'".

Si giunge, paradossalmente, ad amare la fatica, non in sé, ma guardando alla meta.

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Sappia l'abate che si è assunto l'incarico di guidare le anime e perciò deve prepararsi a renderne conto; e di quanti fratelli egli sa affidati alle sue cure, sia ben certo che nel giorno del giudizio dovrà appunto rendere conto a Dio di tutte e singole queste anime, compresa naturalmente la sua. E così, nel continuo timore dell'esame che, quale pastore, subirà circa le anime a lui affidate, mentre si dà pensiero per il rendiconto altrui, si fa sollecito per il proprio; e mentre con i suoi ammonimenti bada alla correzione degli altri, egli stesso viene emendandosi dei propri difetti.

Cap.2,37-40.