Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Marzo - 01 Aprile 2017
Tempo di Quaresima IV, Colore rosa
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Lunedì 27 marzo 2017

Và, tuo figlio vive.

Gesù è la Vita e la Risurrezione nostra. Anche oggi, come ieri, leggiamo il Vangelo di San Giovanni Apostolo, il prediletto di Gesù e Maria. Egli oggi ci racconta che Gesù ritorna nella sua bella Galilea, e va proprio a Cana dove compì il suo primo ‘Segno’, cambiando l’acqua in vino. E questo bel miracolo Egli lo fece per obbedienza a sua Madre e per la gioia di due sposini, loro parenti. La presenza di Gesù e Maria a questa festa nuziale ci dice quanto Dio ami la famiglia, che Egli stesso ha voluto creare a sua immagine e somiglianza, e che Gesù ha elevato a Sacramento per dire a tutti: ‘Io vivo sempre con questa coppia santa, li renderò fecondi nel loro amore, li proteggerò, e li accompagnerò fino alla fine dei loro giorni’. Sì, Dio l’ama tanto la famiglia, ecco perché oggi satana e i suoi collaboratori la vorrebbero distruggere con leggi ingiuste e contro natura: convivenze, divorzi, aborti, matrimoni diversamente combinati, comunioni sacrileghe... Presto egli verrà con la sua grazia ma anche con la sua giustizia. Oggi invece viene a Lui, da Cafàrnao, un funzionario del re, per chiedergli la guarigione di suo figlio che stava morendo: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia!”. E Gesù gli rispose: “Và, tuo figlio vive!”, infatti mentre egli ridiscendeva verso casa, gli vennero incontro i suoi servi per dirgli: “Tuo figlio vive!”. Ecco, è proprio vero: Gesù è la Fonte della vita, ed è Dio Creatore come Dio Padre. Egli è per davvero il Figlio di Dio in persona! E chi crede in Lui è salvo in questo mondo e nell’altro.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano disse: «Se l'uomo fa la volontà del Signore, non finisce mai di udire la voce interiore».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE PIÙ VOLTE RIPRESI NON VOGLIONO CORREGGERSI

Se un fratello, ripreso più volte per una qualsiasi colpa, se anche scomunicato, neppure così si sarà corretto, si usi con lui una punizione più severa, cioè lo si sottoponga al castigo delle battiture. Ma se nemmeno così si vorrà emendare, anzi levatosi in superbia - che non sia mai! - oserà addirittura difendere la sua condotta, allora l'abate agisca come un medico esperto: se ha adoperato i lenitivi, gli unguenti delle esortazioni, i farmaci delle divine Scritture e infine le bruciature della scomunica o delle piaghe delle verghe, e costata ormai che a nulla approdano le sue industrie, faccia ricorso - ciò che vale di più - alla preghiera sua e di tutti i monaci, affinché il Signore, a cui tutto è possibile, operi la guarigione del fratello infermo. Ma se neppure così quegli guarirà, allora l'abate usi senz'altro il ferro dell'amputazione, come dice l'apostolo: «Togliete il malvagio di mezzo a voi» (1 Cor 5,13); e ancora: «Se l'infedele vuole andarsene, se ne vada» (1 Cor 7,15), perché una pecora infetta non contagi tutto il gregge.

Cap.28,1-8.