Abbiamo concluso il Tempo Natalizio. Iniziamo il cosiddetto Tempo Ordinario. E lo facciamo con la lettera Lettera agli Ebrei di tono molto natalizio. L'autore infatti proclama un bellissimo atto di fede nell'incarnazione di Gesù: "Dio molte volte e in diversi modi, nei tempi antichi, aveva parlato ai Padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza. E tutto sostiene con la sua Parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell'alto dei Cieli...". E' un atto di fede solenne nel Figlio di Dio, Gesù Cristo! E lo adorano gli Angeli. E anche noi lo vogliamo adorare perché crediamo in Lui, a Lui vogliamo aderire, e sempre più, con la nostra fede e con la nostra testimonianza di vita cristiana, e amare la sua divina Persona con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le nostre povere forze. E nel santo vangelo oggi Egli ci dice: "Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino!". E ci chiama a conversione, ad accogliere e a vivere il suo Vangelo; e chi lo accoglie e cerca di viverlo, ha in sé il Regno di Dio perché il Regno di Dio è già dentro di noi: è Gesù vivente in noi! Egli poi, camminando lungo la riva del lago di Galilea, si preoccupa di una cosa che gli sta proprio a cuore: chiamare alcuni al suo seguito, che poi avrebbero continuato la sua missione di salvezza sulla terra: chiamò gli Apostoli, li chiamò per nome, uno per uno. Essi saranno le colonne portanti della sua Chiesa: Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Li chiamò mentre gettavano le reti in mare perché erano pescatori. E disse loro: "Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini!". E subito lo seguirono. Lasciarono le reti e il loro padre... lasciarono tutto per seguire Gesù, il Figlio di Dio, disceso sulla terra. E' bello seguire Gesù, rispondendo ciascuno alla propria vocazione, alla propria chiamata personale da parte di Lui, che è Dio! Seguiamolo, e non ce ne pentiremo!
Un monastero si era ridotto in tutto all'abate e a quattro monaci, già anziani. L'abate, disperato, pensò di chiedere consiglio a un saggio rabbino suo amico. «Vi posso solo dire - rispose costui - che il Messia è tra voi». I monaci, udito questo, cominciarono a trattarsi l'un l'altro con straordinario rispetto e venerazione, poiché c'era la possibilità che sotto l'apparenza di uno di essi si nascondesse il Messia. La fama di quello straordinario amore fraterno si diffuse e alcuni visitatori cominciarono ad arrivare al monastero, curiosi di vedere quel luogo privilegiato. Poi ne arrivarono altri. Dopo qualche tempo, uno di loro chiese di entrare nell'Ordine. A questo seguirono altri, sempre più numerosi. In pochi anni, il monastero diventò un meraviglioso centro di amore fraterno e un focolare di nuove vocazioni...
PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO Dobbiamo dunque costituire una scuola del servizio del Signore; e nell'organizzarla noi speriamo di non stabilire nulla di penoso né di pesante. Se tuttavia, per giuste ragioni, si dovrà introdurre anche qualcosa un pochino più dura per correggere i vizi e conservare la carità, tu non lasciarti subito prendere dallo spavento, così da abbandonare la via della salvezza, la quale all'inizio non può essere che stretta. Ma col progredire nella vita monastica e nella fede, il cuore si dilata e si corre nella via dei comandamenti di Dio (cf. Sal 118,32) con una dolcezza d'amore inesprimibile. Cosicché, non allontanandoci mai dal suo magistero e perseverando nel suo insegnamento in monastero fino alla morte, possiamo partecipare mediante la pazienza alle sofferenze di Cristo, per meritare di condividere anche il suo regno.