Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
13 - 19 Dicembre 2015
Tempo di Avvento III, Colore rosa
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Sabato 19 dicembre 2015

Dio ha detto ed è sicuro che lo farà.

San Luca, l’evangelista dell’Infanzia di Gesù, sente il bisogno di narrare alla Chiesa primitiva non solo la storia di Gesù, ma anche quella del suo Precursore, di cui ci offre una narrazione che ci avvince e ci conferma nella fede che anche la nascita del Battista è stata accompagnata da evidente intervento di Dio. Due coniugi anziani, Zaccaria e Elisabetta, senza figli perché lei è sterile. Sono giusti e camminano con rettitudine dinanzi al Signore. Lui sacerdote, della classe di Abìa, presta il suo servizio secondo il suo turno al tempio. Lei, discendente di Aronne, vive nel nascondimento, convinta che la sterilità fosse segno di non gradimento di Dio e quindi motivo di rossore presso gli uomini. Ecco che una gioia viene annunziata a Zaccaria mentre presta il suo servizio nel tempio, nell’offerta dell’incenso: gli appare un angelo che gli annunzia: Tua moglie ti donerà un figlio. Nel suo animo sorge un atteggiamento di incredulità. Come, abbiamo tanto pregato quando avere un figlio era umanamente possibile, e ora che siamo vecchi entrambi ci viene data questa notizia. Ma come è possibile? Il dubbio non rimane senza conseguenze: lascerà un segno nella sua vita: Sarai muto e non potrai parlare, fino a quando queste cose si saranno avverate. Intanto il popolo attende, e quando riappare, egli non riesce a dare una spiegazione. La gente capisce allora che deve aver avuto una visione. Torna a casa con la sua mutolezza e nel frattempo gli eventi si evolvono. Elisabetta rimane incinta; quasi vergognosa rimane nascosta per cinque mesi e poi piena di gratitudine a Dio e di meraviglia per il dono della maternità, che le toglie la vergogna della sterilità presso i conoscenti, loda l’infinita bontà del Signore che viene sempre in aiuto a chi ripone in lui la sua fiducia. Sono tante le coppie di giovani sposi che desiderano un figlio che non viene. Anziché abbandonarsi alla sfiducia e allo scoraggiamento, che generano tristezza, delusione e angoscia, si aprano alla speranza, servendosi delle scoperte della scienza nella ricerche della causa della infecondità: poi si lascino guidare dalla divina provvidenza che tutto permette per il nostro bene anche se non riusiamo a comprenderlo, per supplire il vuoto, creato dalla mancanza di figli, supplisce in parte dedicarsi alle opere di bene, e, in particolare l’Affido o l’Adozione. Si diventa padri e madri non solo per generazione fisica ma anche per sentimento di affetto e di dedizione.


O Radice di Iesse,
che t'innalzi come segno per i popoli:
vieni a liberarci, non tardare.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Si lamentò il monaco Giovanni al padre spirituale: quando eravamo a Scete la nostra principale occupazione era quella dell'anima, mentre il lavoro manuale era un'occupazione secondaria. Ma ora il lavoro dell'anima e divenuto secondario e il lavoro secondario è divenuto il principale che oscura Dio.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL PRIORE DEL MONASTERO

Se il priore si mostra vizioso o, dominato dalla vanagloria, monta in superbia o disprezza apertamente la santa Regola, sia ammonito a parole fino alla quarta volta; se non si corregge, sia sottoposto alla punizione della disciplina regolare. Se neppure così si sarà corretto, allora sia tolto dall'ufficio di priore e al suo posto si metta un altro che ne sia degno. E se in seguito non starà quieto e obbediente in comunità, sia anche cacciato dal monastero. Però l'abate ricordi che di tutti i suoi giudizi dovrà rendere conto a Dio: non succeda che il fuoco dell'invidia o della gelosia gli bruci l'anima.

Cap.65,18,22.