I regni di questo mondo legano il loro prestigio alla grandiosità, al fasto, alla potenza; ci stupisce perciò sentire Gesù che parla del Regno di Dio paragonandolo ad un granellino di senapa, inizialmente piccolissimo, quasi invisibile, ma che, posto nel terreno fecondo, diventa albero. È ancora più suggestiva l'immagine del lievito, che in piccolissima quantità, mescolato alla farina, la fa tutta fermentare. Vengono così demolite tutte le false idee che istintivamente possiamo farci di Dio e delle sue manifestazioni. Egli, pur nella sua immensità e perfezione, si cela in ciò che è piccolo agli occhi degli uomini, perché lo riconoscano, non nella spettacolarità, che tanto ci affàscina e ci tenta, ma alla luce della fede, dentro i suoi misteriosi silenzi, e nella sua sconcertante umiltà. La crescita graduale del Regno è scandita non dalla nostra spasmodica fretta e neanche dalle nostre mire di espansione e di crescita, ma unicamente dai i suoi tempi e dai suoi disegni divini. Gesù ci lascia intendere che il Regno di Dio è già presente in mezzo a noi, è presente nella sua persona e ancor più nell'opera redentiva che egli sta operando per tutti. Vuole dirci però che l'affermazione piena la possiamo percepire e vivere soltanto in una prospettiva di personale santificazione e di eternità.
Un giorno abba Isacco il Tebano si recò in un monastero e, vedendo un fratello peccare, lo condannò. Partito per il deserto, gli si fece innanzi un angelo del Signore che si fermò davanti alla porta della sua cella e gli disse: "Non ti lascio entrare". Quello lo pregava: "Ma perché mai?". L'angelo gli rispose: "Mi ha inviato Dio dicendo: 'Digli: Dove ordini che io getti il fratello che è caduto e che tu hai giudicato?"'. Subito l'anziano si pentì e disse: "Ho peccato, perdonami". E l'angelo disse: "Alzati, Dio ti ha perdonato. Guardati d'ora in poi dal giudicare qualcuno, prima che l'abbia giudicato Dio".
QUELLI CHE SBAGLIANO IN CORO Se qualcuno nel recitare salmo, responsorio, antifona o lettura commette uno sbaglio e non si umilia subito lì davanti a tutti con una pubblica soddisfazione, sia sottoposto a più grave castigo, perché non ha voluto riparare con un atto d'umiltà l'errore dovuto alla sua negligenza. I fanciulli invece, per mancanze di questo genere, siano battuti.