Anche oggi non ci sono celebrazioni, se non la Liturgia delle Ore ai piedi della Croce insieme ai sacramenti della Penitenza e dell'Unzione degli infermi. Si può amministrare il Viatico ai moribondi. La Chiesa rivive il mistero della sepoltura di Gesù. Si celebra il riposo del Giusto nella speranza della risurrezione, e perciò merita un'attenzione particolare, specialmente nella preghiera che interrompe il silenzio, proprio di questo giorno, la cui discesa agli inferi, cioè nel regno della morte, ha il significato di richiamarci il valore universale della salvezza che si è manifestata a tutti gli uomini che hanno preceduto il Redentore. Gesù ha voluto condividere questo destino umano, al di là della morte, dato che la valenza della sua incarnazione comportava che egli vivesse fino in fondo la sua solidarietà con l'umanità, caduta nel peccato. Ma anche al di fuori del Sabato santo, noi pure possiamo partecipare a questo stato di morte in molte esperienze di vita cristiana: quando ci sentiamo abbandonati da tutti e più nulla ha senso; quando tutto intorno a noi crolla e ci manca un futuro; quando l'aridità interiore giunge perfino a farci dubitare dell'esistenza di Dio; allora dobbiamo essere sostenuti da una fede che crede nonostante tutto, come le donne che indugiano presso il sepolcro del loro amato Signore.
La Grande Veglia di notte appartiene al Giorno di Pasqua.
Vedi qui: VEGLIA DI PASQUA
Disse un anziano: «L'umiltà non è uno dei piatti del festino, ma il condimento che insaporisce tutti i piatti».
CHE NESSUNO PARLI DOPO COMPIETA In ogni momento i monaci devono coltivare il silenzio, ma soprattutto nelle ore notturne. Perciò in tutti i tempi, sia nei giorni di digiuno che nei giorni del doppio pasto, ci si regoli così: se è un giorno in cui c'è il pranzo, i fratelli, appena alzatisi da cena, si riuniscano tutti insieme e uno legga le Collazioni o le Vite dei Padri o altro testo che edifichi chi ascolta; ma non i primi sette libri della Bibbia o i libri dei Re, perché alle menti deboli non sarebbe utile udire a tale ora queste parti della Scrittura, le quali tuttavia si devono leggere in altri momenti. Se invece è giorno di digiuno, dopo la celebrazione dei Vespri, fatto un breve intervallo, si riuniscano subito per la lettura delle Collazioni, come abbiamo detto sopra; se ne leggano quattro o cinque fogli o quanto l'ora permette, per dare modo a tutti, durante il tempo della lettura, di radunarsi insieme, anche quelli occupati in qualche ufficio loro assegnato.