Spesso il vangelo ci riserva dei violenti contrasti. L’evangelista Marco li predilige e li sottolinea perché giustamente li ritiene particolarmente efficaci per la sua comunità fatta di gente proveniente dal paganesimo. Oggi ascoltiamo prima Gesù che per la seconda volta preannuncia la sua passione e morte e subito dopo la discussione degli apostoli su chi di loro fosse il più grande. Da parte del Figlio di Dio c’è la via dolorosa della estrema umiliazione dettata dall’amore che vuole redimerci pagando con il dono della vita, da parte degli Apostoli la ricerca di onori e di fatui primati. Gesù, il primo in assoluto, afferma: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». Egli infatti siederà prima sul trono della croce, umiliato, deriso e sfidato. Verrà calato in un sepolcro e dopo il terzo giorno apparirà glorioso e trionfante. Ora, il Primo e l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega, siede alla destra del Padre nella pienezza della gloria. Entriamo così nel mistero e nello scandalo della croce. Entriamo nella verità ultima del vivere e del morire. Scopriamo, proprio dove si cela l’ingiustizia, l’odio, la morte i misteriosi percorsi del vero primato, che si esprime solo ed esclusivamente con la forza dell’amore. Essa sgorga da Dio stesso ed è già in se adorna di perfezione. Quanta miseria e quanta presunzione da parte dell’uomo: dopo quel primo peccato, quanti altri errori si sono accumulati. Quante schiavitù abbiamo sperimentato mentre cercavamo le nostre glorie e volevamo affermare i nostri primati!
L'Abba Pastor disse: Proprio come il fumo fa uscire le api dall'alveare in modo che il miele venga loro sottratto, così una vita comoda priva l'anima dell'uomo del timor di Dio e cancella tutte le sue opere buone.
GLI ARTIGIANI DEL MONASTERO Se nel monastero vi sono degli artigiani, esercitino la loro arte in tutta umiltà e solo con il consenso dell'abate. Se però qualcuno di loro si insuperbisce per la perizia acquisita nella sua arte e perché pensa di recare una qualche utilità al monastero, costui sia sospeso da quell'attività e non torni ad esercitarla se prima non si sarà umiliato e l'abate non glielo avrà concesso di nuovo