Gesù parla della sua prossima ascensione al cielo, ci preannuncia così la festa di Domenica prossima, ma le sue parole risultano misteriose ed incomprensibili agli apostoli. Sentir dire dal Maestro: “ora vado da colui che mi ha mandato” genera in tutti loro paura e sconforto; quelle parole sembrerebbero smentire e contraddire altre solenni promesse che avevano ascoltato da Gesù: “Non vi lascio soli!” Egli percepisce che la tristezza ha riempito il loro cuore perché si sentono già soli ed abbandonati. E' difficile per noi comprendere che un distacco fisico e una lontananza incommensurabile non debba significare abbandono e solitudine; anzi Gesù ribadisce: “E' bene che io me ne vada, perché se io non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore”. Ecco come si perpetuerà la sua presenza, sarà la forza dello Spirito Santo a “convincere” il mondo “quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio”. La presenza vivificante ed illuminante dello Spirito ci consentirà una verifica circa il peccato come tradimento dell'Amore, generato dall'incredulità, circa la giustizia come atteggiamento di docilità a Dio per essere giusti al suo cospetto e circa il giudizio inteso come rinnovamento della storia con la sconfitta del male. Tutti noi sperimentiamo che quel Gesù che è salito al Padre è più che mai presente nella nostra storia e nella nostra vita.
Signore, metti l'arcangelo alla mia bocca perché io custodisca il mio cuore.
L'OSSERVANZA DELLA QUARESIMA Perciò in questi giorni aggiungiamo qualcosa al consueto debito del nostro servizio: preghiere particolari, astinenza da cibo o da bevanda; di modo che ciascuno di propria iniziativa offra a Dio, nella gioia dello Spirito Santo (1 Ts 1,6), qualcosa in più oltre la misura che gli è imposta: cioè privi il suo corpo di un po' di cibo, di bevanda, di sonno, di loquacità, di leggerezza, e nella gioia del desiderio spirituale aspetti la santa Pasqua. Però quello che ciascuno intende offrire lo sottoponga al suo abate e lo compia con la sua preghiera e la sua approvazione; perché quanto si fa senza il permesso del padre spirituale sarà imputato a presunzione e vanagloria, non a merito. Tutto dunque si deve fare con il consenso dell'abate.