Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
07 - 13 Aprile 2013
Tempo di Pasqua II, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Venerdì 12 aprile 2013

Distribuì i pani, finché ne vollero...

Durante l'esodo dall'Egitto il sangue dell'agnello difese gli israeliti dall'angelo della morte; ugualmente la fruizione del sangue di Cristo custodirà e salverà il nuovo Israele dalla morte dell'anima. Come gli israeliti ricevettero nel deserto la manna dal cielo, così l'Israele spirituale, la Chiesa, durante il suo pellegrinaggio terreno attraverso i secoli, riceverà da Cristo la vera manna, che darà la forza di avanzare. Le folle sono in fermento; accorrono a frotte dall'altra riva del lago, parte a piedi e parte sulle barche. Il miracolo della moltiplicazione dei pani le entusiasma al punto di volere fare re Gesù. Questo stesso miracolo, compiuto nella vicinanza della Pasqua, presagisce l'eucaristia, istituita nell'ultima Cena come convinto pasquale del nuovo popolo di Dio, che ha fatto la Pasqua con Gesù ed è in viaggio verso la terra promessa, che è l'eternità. Come a Cana per il vino, così nell'eucaristia non vi è una pura e semplice creazione di un cibo soprannaturale, ma la trasformazione di un alimento naturale. Coloro che hanno partecipato alla moltiplicazione dei pani sognano e vedono il banchetto messianico, il grande festino a cui il Messia doveva invitare i suoi. Ne concludono che Gesù si è dichiarato pronto a realizzare le loro speranze terrene e vogliono impadronirsene per farlo re. Ma Gesù si eclissa: “Il mio regno non è di questo mondo...”.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano ha detto: «Bisogna fuggire tutti gli artefici d'iniquità senza eccezione, siano amici o parenti, posseggano dignità di sacerdoti o di principi; perché evitare la loro compagnia ci procurerà l'intimità e l'amicizia di Dio».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL LETTORE DI SETTIMANA

Si osservi a tavola un perfetto silenzio, in modo che non si oda alcun bisbiglio o altra voce all'infuori di quella del lettore. Quanto occorre per mangiare e bere, i fratelli se lo porgano a vicenda, senza che alcuno abbia bisogno di chiedere alcunché. Tuttavia, se proprio occorre qualcosa, lo si chieda col suono di un oggetto qualunque piuttosto che con la voce. E non ardisca nessuno chiedere spiegazioni su quanto si legge o su altro argomento, per non dare occasione di parlare; a meno che il superiore non voglia dire lui due parole di edificazione. Il fratello lettore di settimana, prima di incominciare a leggere, prenda un po' di vino e per rispetto alla santa comunione e perché non gli riesca troppo gravoso mantenere il digiuno; 11dopo, mangi con i settimanari di cucina e i servitori. I fratelli poi non devono leggere tutti per ordine di anzianità, ma soltanto quelli che possono farlo in modo da edificare chi ascolta.

Cap.38,5-12.