Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
13 - 19 Maggio 2012
Tempo di Pasqua VI, Colore bianco
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 13 maggio 2012

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.

Gesù, nel Cenacolo, la notte prima del suo tradimento, si intrattiene con i suoi apostoli. È il momento migliore per condividere con loro il suo testamento spirituale. Troviamo, in questi capitoli del vangelo di San Giovanni esortazioni, insegnamenti, profezie per il futuro, preghiere al Padre di intensità e spessore non umano ma da Figlio di Dio. Gesù chiede ai suoi apostoli l'amore; è il comandamento ultimo e più importante. Rassicura con il dono dello Spirito Santo, che può rafforzare un percorso di fede, che è provato da difficoltà di ogni tipo. Affida la vita dei suoi apostoli, dei credenti e di tutto il mondo nelle mani del Padre. Tutto questo ruota attorno a ciò che si sta per compiere: la sua Passione e Resurrezione. Gesù sa che sta per affrontare il momento più difficile e non solo per la sua vicenda umana. Sarà una prova terribile per i suoi discepoli. Sarà lo spartiacque che porterà non solo alla fede vera ma proprio a comprendere tutti quegli insegnamenti che sembravano così oscuri. Il Mistero Pasquale è al centro di tutta l'esperienza degli apostoli. Gesù vuole far comprendere che quello che succederà sarà la conseguenze dell'odio e dell'egoismo umano ma ha una radice ben più profonda. È il piano di amore di Dio che si realizza. Comprendere questo significa comprendere un mistero infinito. È il messaggio fondamento del lieto annuncio. Il Regno di Dio è un regno di amore che si realizza con la donazione di Cristo sulla Croce e si fa presente con la sua Resurrezione. La vita nei sacramenti è la nostra partecipazione al mistero pasquale. Chiediamo a Gesù che ciò si realizzi come atto di amore nella donazione più gratuita e sincera.


Pellegrinaggio diocesano al Santuario di Maria SS.ma "ad Rupes" di Castel Sant'Elia.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano disse: Siamo condannati non perché in noi si insinuano pensieri cattivi, ma perché facciamo cattivo uso dei nostri pensieri. Infatti per colpa dei nostri pensieri ci accade di naufragare, ma al contrario a causa loro possiamo anche ricevere un premio.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI

L'acqua alle mani la versi agli ospiti l'abate; i piedi a tutti gli ospiti li lavino sia l'abate che tutta la comunità; e, terminata la lavanda dei piedi, dicano questo versetto: «Abbiamo ricevuto, o Dio, la tua misericordia dentro il tuo tempio» (Sal 47,10 Volg.). Si usi una particolare attenzione soprattutto nell'accogliere i poveri e i pellegrini, perché nelle loro persone si riceve Cristo in modo speciale, mentre la soggezione per i ricchi di per se stessa spinge a rendere loro onore.

Cap.53,12-15.