Bàalam, un mago prezzolato per maledire Israele, viene sorprendentemente ispirato dal Dio altissimo e invece di maledire tesse uno splendido elogio del popolo di Dio: "Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele! Si estendono come vallate, come giardini lungo un fiume, come àloe, che il Signore ha piantato, come cedri lungo le acque". La predilezione divina è già garanzia di una specialissima appartenenza e di un dono incommensurabile, che certamente non può essere smentita dai maghi o dalle bugie degli uomini. La menzogna sin dal principio è la radice del male. Non può coabitare con il regno di Dio. La verità invece, che sgorga dall'essenza stessa di Dio, ha in se la forza di smascherare e condannare il male in tutte le sue forme e poi si fonde con la luce stessa dell'Onnipotente. Gesù dirà di sé: "Io sono la Verità". Diventano quindi persino ridicole le insinuazioni degli scribi e dei farisei, che cercano di estorcere al Signore qualche errore per avere poi il pretesto per accusarlo e condannarlo. La sapienza divina non teme confronti, è la fonte stessa della verità e del vero bene. Questo valeva ai tempi di Gesù vale ancora ai nostri giorni. Dovrebbe servire di monito per tutti coloro che si ergano a giudici di tutto e di tutti, per coloro che ritengono di avere il monopolio della verità e la vorrebbero imporre a tutti. San Paolo esortava così i Colossesi: "Cercate le cose di lassù e non quelle che sono sulla terra". Potremmo intendere che tra le cose di lassù dobbiamo annoverare senza dubbio quel preziosissimo dono dello Spirito che è la sapienza, il dono che smaschera il peccato, ci fa conoscere e amare la verità e ci consente di viverla. Saremo così ben lungi dall'imitare il cattivo esempio di coloro che tramano contro Dio o pretendono di usare la sua verità a proprio comodo.
L'abba Isaia rispose alla domanda: "Che cos'è l'amore del denaro?». "È il non credere che Dio si prenda cura di te, il disperare delle sue promesse, e il voler farti grande da solo".
L'ELEZIONE DELL'ABATE Colui che è stato costituito abate pensi sempre quale peso si è assunto e a chi deve rendere conto della sua amministrazione (Lc 16,2); e sappia che deve più giovare che dominare. Per questo bisogna che egli sia dotto nella legge divina, perché sappia da dove trarre insegnamenti nuovi e antichi (Mt 13,52); sia casto, sobrio, misericordioso, umile, e sempre faccia prevalere la misericordia sulla giustizia (Gc 2,13), per ottenere lo stesso anche lui.