Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
09 - 15 Ottobre 2011
Tempo Ordinario XXVIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Giovedì 13 ottobre 2011

Ancora guai...

Quando qualcuno stigmatizza i nostri vizi e li mette in luce il nostro orgoglio divampa e chi ha osato èrgersi contro di noi lo trattiamo da nemico. Se poi siamo anche posti in autorità lo sdegno quasi sicuramente crescerà e la possibilità della vendetta affiorirà con prepotenza. I capi religiosi al tempo di Gesù costruivano monumentali sepolcri ai loro profeti dimenticando però che molti di loro erano stati perseguitati ed uccisi dai loro padri. Gesù sa che la stessa sorte toccherà anche a Lui e molto presto le trame che gli tendono in continuazione, sfoceranno nella condanna a morte e nell'orrendo delitto della croce. Ecco perché Gesù afferma: sarà chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti. La morte di Cristo sarà come il coronamento e la sintesi storica di tutte le infedeltà perpetrate dal popolo d'Israele e anche l'ultimo rifiuto del più grande di tutti i profeti, la condanna del Figlio di Dio. Tutto questo accade perché per l'ennesima volta, coloro che ritenevano di essere i primi custodi, interpreti e testimoni della legge, avevano tolto la chiave della scienza. Essi non vi sono entrati, e l'hanno impedito a quelli che volevano entrare. Per la stessa ragione usano la loro scienza per tendere insidie al Signore, per farlo parlare su molti argomenti e sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. La condanna per loro invece viene dalla sapienza di Dio.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse un anziano: «Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all'uomo progredire anche in una sola virtù; poiché la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA MISURA DEL CIBO

Per il pasto quotidiano - abbia esso luogo a sesta o a nona - noi pensiamo che siano sufficienti in tutte le stagioni due pietanze cotte, per riguardo alle infermità dell'uno o dell'altro dei fratelli; cosicché chi non può cibarsi di una, si nutra con l'altra. Quindi due pietanze cotte bastino a tutti; e se ci fosse la possibilità di avere frutta e legumi freschi, se ne aggiunga una terza. Di pane sarà sufficiente una libbra di buon peso al giorno, sia quando si fa un pasto solo sia quando si pranza e si cena. Che se si deve anche cenare, il cellerario metta da parte un terzo di quella libbra e lo passi a cena.

Cap.39,1-5.