Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
12 - 18 Giugno 2011
Tempo Ordinario XI, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Mercoledì 15 giugno 2011

A Dio che vede nel segreto...

«Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli». Viviamo tempi in cui la spettacolarizzazione in tutte le sue forme spinge tutti a far mostra di sé per cercare il consenso e l'ammirazione degli altri. I nuovi strumenti di comunicazione rendono relativamente facile apparire, farsi vedere, carpire notorietà e plausi. Anche nel nostro vivere quotidiano siamo tentati di vincere le nostre sfide familiari cercando tutti i modi per prevalere e goderci i nostri veri o presunti successi personali. Agire nel segreto, nel nascondimento, pensando a dare gloria solo a Dio per attenderci da lui una ricompensa infinitamente superiore ad ogni nostra attesa, è virtù di pochi. Occorre la fede, la retta intenzione, la speranza nei beni futuri per smettere di cercare la fama e la ricompensa degli uomini. È anche vero che noi siamo interiormente così strutturati da non poter far a meno di umane e legittime gratificazioni: essere contenti e soddisfatti di ciò che facciamo ogni giorno, può essere un valido aiuto per perseverare nel bene e seguitare ad amarlo con la migliore intensità. Al contrario le delusioni ci opprimono, le disapprovazioni ci mortificano, l'insuccesso spegne in noi la voglia di proseguire. Dobbiamo però chiederci dove e da chi possiamo e dobbiamo attenderci tutto ciò. Dagli uomini o da Dio? Il plauso degli uomini ci può soddisfare per un istante, la fama ci esalta, ma è fugace, la ricompensa che possiamo trarne è poca cosa. Dio ci premia colmandoci di bene e il suo premio dura per l'eternità. Ecco perché il nostro dono, il nostro digiuno, le nostre preghiere, devono avere sempre la caratteristica della gratuità e il primo destinatario deve essere Lui, il Signore a cui dobbiamo onore e gloria. «A che ci giova guadagnate tutto il mondo se poi perdiamo la nostra anima?». San Paolo ci esorta: «Guardate alle cose di lassù e non a quelle della terra» e lo stesso Signore ci ripete: «accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano».


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello disse al padre: "Perché non riesco essere libero nel dire al padre spirituale i miei pensieri?". Rispose a lui l'anziano: "il padre Giovanni Nano disse di sforzarsi perché di nulla il nemico gode tanto come di chi non manifesta i suoi pensieri".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ELEZIONE DELL'ABATE

Seguendo quindi questi e altri esempi di discrezione, madre di tutte le virtù, egli regoli ogni cosa in modo che i forti desiderino fare di più e i deboli non si scoraggino E soprattutto osservi questa Regola in ogni suo punto, affinché, dopo aver bene amministrato, possa sentire dal Signore, come il buon servo che aveva distribuito il frumento ai suoi compagni a tempo opportuno: «In verità vi dico - afferma - gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni» (Mt 24,47).

Cap.64,19-22.